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Repubblicani, è duello fra Cruz e Trump

Ancora una volta, al centro del palco ci sarà Donald Trump. Ma i riflettori saranno puntati su Ted Cruz e Marco Rubio, i due astri crescenti, nei sondaggi, di questa campagna, mentre la stella di Ben Carson sta declinando e quella di Jeb Bush non s’è mai levata sull’orizzonte. Che Trump percepisca ormai Cruz come un pericolo lo si deduce anche dal fatto che la tregua fra i due, mai dichiarata, ma stabilitasi di fatto dall’inizio della campagna, s’è ormai rotta: il magnate dell’immobiliare attacca il senatore del Texas.

“Per me, sarà una notte in Paradiso – ha detto ai suoi sostenitori -: darò loro (ai suoi rivali, ndr) un’occasione per rendersi ridicoli di fronte a milioni di spettatori”.

Il dibattito repubblicano di questa sera a Las Vegas, il quinto della serie, è il primo da oltre un mese, dopo le carneficine di Parigi e la strage di San Bernardino. I sondaggi dicono che la sicurezza nazionale è la maggiore preoccupazione degli elettori americani: il 60% ritiene che la il tema dovrebbe essere in cima alle priorità del governo. Stando a un rilevamento Wall Street Journal-Nbc, il terrorismo sarà un argomento della campagna: “Finora, c’era l’incertezza sull’economia, ora c’è la paura” affermano gli analisti.

Se si votasse oggi, conferma il sondaggio WSJ-Nbc, la candidata democratica Hillary Clinton batterebbe Donald Trump di dieci punti (50% a 40%), nonostante l’imprenditore abbia rafforzato il suo vantaggio sui rivali repubblicani. Ma il senatore della Florida di origini cubane Marco Rubio sarebbe in leggero vantaggio (48% contro 45%) sulla ex first lady. La Clinton, invece, batterebbe (48% a 45%) il senatore del Texas ed esponente dei Tea Party Cruz. Rubio raccoglie molti consensi fra gli elettori indipendenti (40%) e l’elettorato ispanico (36%). Un campanello d’allarme che Hillary Clinton non può trascurare, a un mese e mezzo dal via delle primarie.

Intanto, le dichiarazioni di Trump sui musulmani, da tenere fuori dagli Stati Uniti, e su internet, da chiudere, continuano a fare discutere: se Sarah Palin, già candidata alla vicepresidenza nel 2008, è pericolosamente al fianco del magnate dell’immobiliare, principi sauditi e leader islamici, compreso il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, lo attaccano e persino l’ex vicepresidente Dick Cheney lo critica. Il New York Times lo giudica “un razzista che semina odio”, il Washington Post lo definisce “un Mussolini d’America”.

Con Trump, Carson, Cruz, Rubio e Bush, sul palco principale, questa sera, ci saranno pure i governatori Chris Christie (New Jersey, in crescita), John Kasich (Ohio), il senatore del Kentucky Rand Paul e l’ex ad della Hp Carly Fiorina, l’unica donna. Gli altri candidati più indietro nei sondaggi saranno relegati a un palco minore.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016

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