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Eni, Telecom Italia, Pedemontana. Ecco chi sarà finanziato dal Fondo Juncker

Italia

Sono cinque i progetti italiani sulle infrastrutture che stanno per essere finanziati grazie alla garanzia del fondo FEIS (Fondo europeo per gli investimenti strategici, il cuore del piano Juncker), con un primo annuncio atteso prima di Natale. I progetti hanno ricevuto l’ok del Consiglio di amministrazione della Banca Europea degli Investimenti del 15 dicembre. Insieme al programma di ammodernamento degli stabilimenti siderurgici del gruppo Arvedi, che ad aprile ha avuto accesso a un finanziamento fino a 100 milioni, salirebbero così a sei i grandi progetti finanziati attraverso lo strumento che la Commissione Juncker e la BEI hanno avviato alla fine dell’anno scorso per rilanciare gli investimenti ad alto rischio in Europa.

I PROSSIMI PASSI

Secondo indiscrezioni, nel novero dei progetti dovrebbe esserci lo sviluppo di un servizio banda larga per collegare alla rete alta velocità oltre 7 milioni di famiglie nel sud della Penisola, e potrebbero entrare finanziamenti per l’acquisto di nuovi treni per collegare le aree metropolitane del Centro e Nord Italia e risorse per la modernizzazione di impianti ad alto impatto ambientale, come le raffinerie (come l’Eni di Milazzo, ha scritto anche di recente il quotidiano Mf/Milano Finanza).

I GRUPPI INTERESSATI

Tra le infrastrutture fisiche e virtuali da realizzare o in corso di realizzazione che potrebbero ottenere la garanzia del FEIS all’inizio del 2016 o l’anno prossimo, la banda larga dovrebbe essere targata Telecom Italia, poi la Pedemontana lombarda, Autovie Venete per la superstrada che connetterà A4, A31 e A27 (cosiddetta Pedemontana Veneta), forse l’ampliamento della A4, come hanno fatto intendere i vertici del Fondo e della BEI in un colloquio con La Stampa all’inizio di dicembre.

I NUMERI

Gli investimenti privati sulle infrastrutture in UE sono in calo costante dal 2010, scoraggiati anche dal confronto con diversi livelli di amministrazione pubblica. Una situazione confermata da un’indagine  del Comitato delle Regioni e dall’OCSE pubblicata la settimana scorsa. “Oltre il 40% delle regioni, comuni e provincie dell’UE ha visto – si legge in una nota del CdR – gli investimenti in infrastrutture diminuire dal 2010, con un calo di oltre il 10% nel 38% delle regioni” con “la mancanza di coordinamento tra tutti i livelli di governo che inibiscono il finanziamento privato”. Proprio il tipo di finanziamento che il piano Juncker vorrebbe rilanciare.

COSA DICE LA COMMISSIONE UE

“Il Fondo per gli investimenti strategici sta già mostrando risultati concreti – risponde la portavoce della Commissione UE per l’economia e la crescita Annika Breidthardte sta aiutando ad attrarre i privati in progetti di investimento ad alto rischio. Dal mese di aprile, la BEI ha approvato 34 progetti per il finanziamento FEIS, e prevede di mobilitare investimenti complessivi per circa 50 miliardi di euro entro la fine di quest’anno”. Numeri che, assicura Breidthardt, “aumenteranno sostanzialmente in gennaio, quando il Comitato per gli Investimenti sarà pienamente operativo”.

L’ITALIANO NEGLI OTTO

Il comitato per gli investimenti ed è il motore della governance del FEIS, il gruppo incaricato di valutare i progetti, ed è formato da otto esperti. La sua composizione è stata completata a inizio dicembre, e ne fa parte l’italiano Fabio Pammolli. Ordinario di Economia e management all’IMT Alti Studi Lucca (ateneo caldeggiato all’inizio dal governo Berlusconi), robusto curriculum di studi su innovazione, sistemi di welfare e competitività, negli ultimi quindici anni ha ricoperto incarichi in diverse commissioni di esperti in vari governi nazionali e ha realizzato ricerche anche presso la Commissione europea, Direzione generale impresa. Stando alla ricostruzione di Formiche.net, Pammolli approda nel gruppo degli otto del comitato per gli investimenti del FEIS anche grazie a buoni rapporti istituzionali, apprezzato com’è da Marco Carrai, imprenditore, amico e collaboratore di Matteo Renzi. Qui l’analisi di Pammolli della situazione economica italiana per la Treccani in un’intervista del 2014.

LO SCENARIO

Oltre ai finanziamenti per le infrastrutture il FEIS potenzia l’attività del FEI (Fondo europeo per gli investimenti) che ha sottoscritto accordi per fornire prestiti alle piccole e medie imprese con Medio Credito Trentino-Alto Aldige, Credito Emiliano e Gruppo Banca Popolare Emilia Romagna. Nove paesi membri dell’UE, Italia inclusa, hanno annunciato di voler contribuire al Piano di investimenti UE attraverso le rispettive Banche di promozione nazionale (come la Cassa Depositi e Prestiti). La Cina è, per ora, l’unico paese extra UE ad aver ufficializzato l’intenzione di partecipare.


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