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Buoni consigli per un’Italia Green

green economy

Innovazione, efficienza, corretta gestione dei rifiuti pensando al riciclo, ma anche auto che riescono a tagliare le emissioni.

Sono queste le chiavi “per una conversione ecologica dell’economia” che vengono delineate da un rapporto (‘Green economy per uscire dalle due crisi’) realizzato dall’Enea e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

Sei i settori strategici per lo sviluppo futuro del nostro Paese che vengono indicati nel report: eco-innovazione, efficienza, rinnovabili, riciclo dei rifiuti, agricoltura di qualità, mobilità sostenibile. Per il ministro dell’Ambiente Corrado Clini questo ”lavoro preziosissimo’’ sulla green economy ‘’potrà essere la base per le politiche economiche nazionali, ed un punto di riferimento, per il prossimo governo’’, dal momento che ‘’le risorse naturali sono la ricchezza del nostro Paese”.

Nel campo dell’eco-innovazione, ”in buona parte importata”, ci piazziamo al 16esimo posto nell’Europa a 27, e comunque al di sotto della media Ue. Va invece meglio sulle certificazioni di gestione ambientale, la produttività energetica, l’intensità delle emissioni di gas serra; si comporta bene anche il settore dell’occupazione nelle eco-industrie, che impegnano il 2,12% della forza lavoro totale (media europea all’1,53%).

Non da meno la formazione: in Italia ci sono 193 corsi universitari sull’economia verde. Grazie all’attuazione di misure di efficienza energetica su 11.000 uffici pubblici, 30.000 scuole, e 70.000 social housing (condomini che condividono alcuni tipi di servizi) – spiega il report – è possibile raggiungere un risparmio pari alla riduzione del 33% dei consumi (un milione di tonnellate equivalente di petrolio, Mtep) nel 2020. L’ottenimento di questi risultati è legato però a una rivisitazione del ”sistema delle incentivazioni e detrazioni”, che tra ”il 2007 e il 2010 hanno prodotto investimenti per 12 miliardi di euro e oltre 40.000 posti di lavoro salvati all’anno”.

Le auto taglia-emissioni dovrebbero entrare a far parte di progetti dedicati a città laboratorio sui trasporti sostenibili, anche grazie a nuove tecnologie: auto ibrida ed elettrica, biocarburanti, eco-driving, sistemi di gestione del traffico e altre misure ad hoc potrebbero portare a una riduzione delle emissioni di gas serra fino a 75 milioni di tonnellate al 2030; e anche per i mezzi pubblici, in prospettiva, si parla per il 2020 di finanziamenti per 105 nuovi km di metropolitane e 50 di tramvie. Quanto al capitolo rifiuti, riuso e riciclo sono le strade da percorrere, anche perché i costi scendono dove la raccolta differenziata è più alta. Nonostante la produzione di rifiuti urbani in Italia cresca più del Pil e dei consumi, il metodo di smaltimento preferito è ancora la discarica (circa il 49% la media italiana), anche se ci sono 10 regioni (tra cui Liguria, Sicilia, Calabria, Lazio) che mandano in discarica piu’ del 60% dei rifiuti urbani. L’Italia recupera soltanto il 33% dei materiali. Gli occupati totali nella gestione dei rifiuti in Italia sono circa 120.000.

Un altro campo della green economy riguarda le filiere agricole di qualità: l’Italia è prima in Europa con quasi 49.000 aziende biologiche. Ci sono poi le rinnovabili, un settore che nel 2011 ha rappresentato il terzo per approvvigionamento energetico, dopo petrolio e gas, con oltre il 13% del consumo totale lordo (solo il fotovoltaico ha circa 9,3 Gigawatt installati nel 2011, cosa che rende l’Italia il primo mercato al mondo). Gli occupati sono quasi 110.000 (al terzo posto in Europa dopo Germania e Francia).


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