Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori, pubblichiamo l’articolo di Marco Capisani uscito il 22 dicembre sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi
Il Corriere della Sera sarà il primo quotidiano generalista a introdurre in Italia i contenuti online a pagamento entro la fine del prossimo gennaio. L’obiettivo è raddoppiare il numero di lettori digitali a pagamento al massimo per la fine del 2018.
Ma Rcs vuole anche lanciare nuovi prodotti editoriali tematici, per esempio su economia e salute, contenitori mobile per attirare i giovani e poi puntare sull’informazione locale ottimizzando le nove edizioni del quotidiano milanese e creando in 25-30 città piattaforme iperlocali con articoli di blogger e utenti registrati accessibili da pc, smartphone e tablet. Diverse invece le strategie per la Gazzetta dello Sport, che non ha in programma un sistema a pagamento ma sta valutando un’exit strategy da Gazzetta tv per lasciare il canale 59 del digitale terrestre e proseguire le trasmissioni solo su web, mobile compreso. Sono queste le principali novità editoriali del gruppo presieduto da Maurizio Costa così come le ha annunciate l’a.d. Laura Cioli illustrando, insieme al chief financial officer (cfo) Riccardo Taranto, il nuovo piano industriale 2016-2018 che prevede un risultato netto positivo fin dal primo anno, ricavi (cagr) su dell’1,5% ed efficienze per 60 milioni, di cui 45 mln da costi esterni e circa 15 mln dal contenimento del costo del lavoro (considerando una riduzione lorda di 40 mln e nuove iniziative e assunzioni per 25 mln). Però Cioli ha subito precisato che, a fronte di questo contenimento del costo del lavoro, «è difficile dire un numero specifico» di tagli, «è molto riduttivo» e ha chiarito che gli accordi sindacali in essere saranno rispettati. Di contro, gli investimenti saranno nell’ordine dei 75-80 milioni in tutto il triennio. Il traguardo da tagliare a fine piano sul digitale sono, a livello di gruppo, ricavi web pari a oltre il 20% del totale, partendo dall’attuale quota del 14%.
Corsera, «i contenuti di qualità vanno pagati. È molto importante anche per l’Italia sperimentarlo, noi saremo i primi a farlo», ha dichiarato Cioli. «Servirà non solo sul fronte dei ricavi ma anche a fidelizzare e profilare i lettori. Fino a un certo numero di articoli, l’accesso resterà gratuito, successivamente scatterà la sottoscrizione con contenuti riservati a chi s’iscriverà». Se il prezzo del quotidiano diretto da Luciano Fontana non aumenterà in edicola, secondo il direttore finanziario Taranto, i suoi abbonati digitali raddoppieranno. Dall’introduzione del paywall l’impatto positivo sul mol 2018 (compresi i costi d’investimento) è previsto per 4 milioni di euro, dall’ottimizzazione delle edizioni locali è atteso un impatto di 5 milioni, dalle piattaforme iperlocali infine un impatto atteso di circa un milione.
Rcs Sport, le alleanze possono attendere. Gli eventi sportivi sono una delle attività su cui puntare, specie ciclismo e corsa, cercando di sfruttare al meglio il pubblico internazionale di lingua spagnola, attraverso il quotidiano sportivo Marca della controllata iberica Unidad Editorial. «Adesso pensiamo di sfruttare al meglio i nostri asset», ha ribadito Cioli escludendo una vendita di Rcs Sport. «Ci sono possibilità di partnership, ma non nel breve periodo».
Digitale ma «senza enfasi». Nella nuova strategia Rizzoli, quindi, resta molto digitale ma «senza enfasi specifica, perché è solo un tassello di una trasformazione composta da più elementi», ha spiegato l’a.d. dimostrando di fatto l’intenzione di scostarsi almeno dal binario principale di sviluppo scelto dal precedente a.d. Pietro Scott Jovane. Tanto che tra gli asset in via di dismissione ci sono proprio le società digitali su cui aveva scommesso Jovane, come Made.com (arredo) e Youreporter (video realizzati dagli utenti). Inoltre, Cioli ha preferito non addentrarsi nel dare obiettivi puntuali sul digitale da raggiungere durante il piano, dopo che quelli indicati dal suo predecessore sono stati disattesi.
Cessioni: Veo e Sfera. Il grosso delle cessioni verrà sia da Rcs Libri sia dalla tv spagnola Veo e da Sfera, il gruppo che riunisce giornali dedicati ai bambini e alla famiglia. Per Veo, a giudizio di Cioli, si sta valutando una cessione del 25% che, stando a una proposta già sul tavolo, è stata valutata 25 milioni, anche se il valore complessivo dell’emittente è sotto i 100 milioni di euro. Come detto in passato per la tv spagnola, l’ex a.d. di CartaSi valuterà anche per Sfera in base al prezzo se vendere o meno. Al momento si parla di ristrutturazione per le testate dell’infanzia e della famiglia. La valutazione se dismettere o meno partirà solo dall’inizio dell’anno prossimo.
Periodici salvi. Escluse invece dal perimetro delle attività no-core i periodici, come Oggi e Dove, sopravvissuti alla vendita di cinque testate avvenuta a metà 2013. La filosofia di base è che ulteriori cessioni sono escluse solo fintanto che ogni segmento o singola testata editoriale rimane economicamente sostenibile. Tra le varie cessioni possono rientrare infine alcuni immobili in Spagna e Italia, senza che questo implichi il trasloco del Corsera dalla centrale via Solferino in via Rizzoli, a Crescenzago. In totale, le dismissioni avranno un valore di 110-120 milioni, sino a fine piano.
Ma come chiuderà il 2015 Rcs? «La fine dell’anno», ha confermato Cioli, «è in linea con le nostre previsioni», riviste al ribasso in occasione dell’ultima trimestrale al 30 settembre scorso (vedere ItaliaOggi del 14/11/2015). I ricavi sono attesi sopra il miliardo, il mol (esclusi elementi non ricorrenti) a 70 milioni, la posizione finanziaria netta negativa a quasi 500 milioni e un flusso di cassa netto a -60 mln. A fine 2018, secondo le previsioni, i ricavi previsti sfioreranno gli 1,1 miliardi, il mol sarà pari a 140 mln, l’indebitamento ridotto a 290 mln con un flusso di cassa netto positivo per 70 mln. Ma già nel 2016 la stima è per un risultato netto leggermente positivo e un flusso di cassa netto a break-even. Nel 2018 il risultato netto è previsto in positivo sui 40 mln.
Aspettando il raggiungimento o meno di questi obiettivi non dissimili dalle previsioni di Jovane, seppur rivisti al ribasso, Cioli continuerà il confronto con le banche creditrici, chiarendo che «non parleremo di aumento di capitale. Non posso costringerci a farlo». Ieri il titolo Rcs è stato sostenuto dal mercato dopo l’annuncio del piano e ha chiuso su del 12,06% a 0,5435 euro.