di Arvea Marieni e Corrado Clini
Centinaia di aggressioni di gruppo a sfondo sessuale in Germania a partire dalla notte di Capodanno. I fatti più gravi registrati a Colonia. Oltre 90, fino ad ora, le denunce nella sola città renana. Circa un migliaio di uomini hanno partecipato alle violenze intorno al Duomo e alla stazione centrale. Le responsabilità individuali restano da verificare. Gruppi di uomini descritti come nord africani o di origine araba, hanno sistematicamente circondato e aggredito le vittime. Oltre alle molestie fisiche e verbali, almeno un caso di stupro. Ovunque, lo stesso modus operandi. La Polizia Federale e la politica tedesca lanciano l’allarme. Siamo di fronte ad una minaccia radicalmente nuova, per qualità e dimensione. Heiko Maas, Ministro della Giustizia a Berlino, parla di una “nuova forma di crimine organizzato”.
CONTRO IL CORPO DELLE DONNE
Contro ogni prospettiva di integrazione e convivenza civile, l’aggressione al corpo delle donne è, oggi più che mai, simbolo, segno e sostanza dell’aggressione allo Stato di Diritto e al modello sociale europeo. Di fronte a questa sfida epocale, la politica tedesca che tanto coraggiosamente ha aperto le sue frontiere alle masse di disperati provenienti dalle sponde del Mediterraneo e dalle rotte del Caucaso, si interroga.
Così dovremmo fare tutti in Europa, ripensando principi, mezzi e meccanismi delle politiche che regolano integrazione e immigrazione.
LA SFIDA DELL’INTEGRAZIONE
La Germania ha certo raccolto il guanto della sfida della storia. Le masse di profughi schiacciate alle sue – alle nostre – frontiere sono state fatte passare. Un flusso interminabile di esseri umani provenienti da aree culturali segnate spesso da storie secolari di oscurantismo è giunto nel paese, con la comprensione della stragrande maggioranza dei tedeschi.
La barbarie dei primi giorni dell’anno danneggia in primo luogo il processo d’integrazione appena avviato. La violenza di genere – specie quella connotata religiosamente – va fermata e punita severamente. A nulla valgano qui le rimostranze dei benpensanti del relativismo culturale, buonisti irresponsabili. Oggi più di prima, davanti ai fatti di Colonia e in Germania, è venuto il tempo di riaffermare un’identità Europea.
I PRINCIPI DELL’EUROPA
La scelta generosa di Berlino è d’altronde frutto ed espressione di questa identità e si radica profondamente nel sistema di valori e principi fondamentali della nostra civilizzazione.
Già grave se si fosse trattato di un fatto “isolato”, la barbarie incommentabile di Colonia si è invece ripetuta in altre città tedesche. La situazione è ancora oggetto di valutazioni degli inquirenti. Tuttavia, molti suggeriscono già esplicitamente la possibilità di una regia tra i vari episodi. Ad Amburgo, dove scriviamo, la polizia registra già oggi una decina di denunce per violenze avvenute nella notte del primo gennaio. Questi eventi richiedono, per questo e per la loro natura di indiscussa eccezionalità rispetto a schemi criminali preesistenti, che sia affermata con forza la prevalenza del diritto. La nostra legge deve valere per chiunque si trovi, a qualunque titolo, sul suolo europeo. Soprattutto per chi invoca il diritto di asilo. Non sono tollerabili, né tanto meno in alcun caso giustificabili, eccezioni di sorta. Urge soprattutto impedire la creazione di sacche di “diritto speciale” sui nostri territori.
IL RISCHIO DI ENCLAVI MUSULMANE
Non si tratta di paure infondate. Abbiamo già assistito, purtroppo, alla costituzione di “enclavi” de facto sottoposte alla Sharia in diversi paesi dell’Unione. Molenbeek a Bruxelles è balzato agli onori della cronaca come vivaio di terroristi dopo le stragi di Parigi. A Châteauneuf-sur-Cher, un piccolo comune francese, ha preso forma la teoria dei “villages musulmans” dell’imam “segregazionista” Mohamed Zakaria Chifae. Tali enclavi non hanno diritto di esistere.
I DIRITTI DELLE DONNE
Non è peraltro nemmeno più ammissibile tollerare forme di segregazione di genere e diminutio della dignità e del ruolo sociale delle donne anche quando avvengano “soltanto” all’interno delle comunità etniche o religiose di appartenenza. La voce delle femministe, pronta a levarsi per rivendicare l’uso di un sostantivo declinato al femminile, troppo spesso è rimasta muta davanti alle molte manifestazioni di questa violenza di genere specifica di ambiti religiosi e culturali determinati. Ripugnanti, care signore, non sono solo gli stupri, lo sfruttamento delle donne fino ai casi di vera e propria riduzione in schiavitù che si sono verificati di recente in alcuni centri di accoglienza in Germania. Altrettanto inaccettabili sono infatti ai nostri occhi tanto i matrimoni coatti quanto ogni altra forma di limitazione della libertà personale delle donne anche all’interno delle comunità di origine.
Non sono concepibili sul suolo europeo, ad esempio, l’imposizione del velo, le punizioni corporali o la “semplice” proibizione alle fanciulle di fare sport o frequentare luoghi di aggregazione e ricreazione. L’autodeterminazione dell’individuo è un valore insindacabile per chi vuole vivere nei nostri paesi e deve cadere la giustificazione dell’alterità culturale troppo spesso accordata in presenza di tali scempi.
IL “PRIMATO MORALE” DEL RELATIVISMO?
Grave danno ha fatto d’altronde quella parte dell’élite culturale europea che ha per anni sistematicamente ignorato, financo giustificato, tali comportamenti inaccettabili, rivendicando per giunta per ciò stesso un proprio “primato morale”, nel nome del relativismo.
Gli eventi di questi giorni in Germania sono una vera dichiarazione di guerra all’Europa e danneggiano l’integrazione. L’accettazione dei principi fondamentali dei nostri ordinamenti e sistemi sociali è la contropartita necessaria imposta a chi richieda accoglienza, diritti e integrazione.
I migranti, per diventare cittadini, devono aderire ad un nuovo “patto sociale”, pena l’esclusione dal nostro consesso civile. Il rispetto della legge va imposto senza remore contro la violenza di aggressori precipitati in un buio pre-moderno e grottesco, incompatibile con la Civiltà dell’Europa.
POPULISMO IDENTITARIO E ISLAM “SEGREGAZIONISTA”
L’imponente crescita dei movimenti populisti, identitari e nazionalisti sul continente dà la misura del livello di malessere diffuso in Europa. La rivendicazione “segregazionista” di frange, per fortuna ancora minoritarie, dell’Islam europeo rappresenta un segnale di pericolo che non possiamo ignorare. Senza l’affermazione della legge le tensioni sono destinate ad esplodere. La speranza per l’Islam viene dalle donne.
Mondialisti ad oltranza e femministe di circostanza sono pregati di riflettere.
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Alcuni dei fatti secondo la ricostruzione del quotidiano “Die Welt”, apparsa nell’edizione odierna del giornale.
1-2 gennaio 2016
A partire dalla giornata del 1° gennaio la polizia di Colonia, dove le aggressioni sembrano essere state più numerose e più gravi, comincia a ricevere notizie di reato che hanno in comune una cosa: le vittime sono donne. Si arriva a 30 denunce dello stesso tipo. Non si tratta di casi isolati. È decisa la creazione di una squadra investigativa dedicata. Il modus operandi e i luoghi delle aggressioni non cambiano. Le vittime, che si trovavano nei dintorni della stazione della città renana o nella piazza antistante al suo famoso duomo vengono circondate da gruppi numerosi di uomini. Due, tre fino a venti aggressori alla volta. Gli uomini toccavano e molestavano le vittime, sottraendo loro telefoni, borsette e altri oggetti di valore. Diverse registrazioni video erano a quel punto già nelle mani degli investigatori. Un numero verde era messo a disposizione delle potenziali ulteriori vittime invitate a denunciare.
3 gennaio, 11.34
Conferenza stampa congiunta della polizia locale (Colonia) e della Polizia Federale (Bundespolizei):
Arresto di 5 sospettati presso la stazione della Breslauer Platz, a Colonia. Gli uomini sono accusati di avere molestato delle viaggiatrici nelle ore precedenti. Un sesto sospettato era in possesso di un telefono rubato.
Intorno alle 4.20 la polizia locale riceve analoghe notizie di reato attraverso il “110” (numero di emergenza). Viene allertata immediatamente la Polizia Federale. Stavolta siamo in Stazione Centrale (Hauptbanhof) , dove – secondo testimoni – 5 sospettati avevano molestato fisicamente e verbalmente numerose donne in transito. Alle molestie erano seguiti dei furti. La Polizia Federale procede agli arresti.
Nelle tasche degli arrestati vengono reperiti numerosi tablet, telefoni e altri oggetti . Rubati. La Polizia Federale affida quindi i sospetti alla squadra investigativa speciale costituita per indagare sulle aggressioni di Capodanno. Le indagini procedono.
4 gennaio, 12.12
Visto l’evolversi delle indagini e gli elementi raccolti, la Polizia di Colonia organizza una nuova conferenza stampa presso il Presidio della Walter – Pauli – Ring.