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Poco giubilo in questo Giubileo

Cosa rimane del Giubileo? A che serve il portentoso dispiegamento di forze di polizia nella capitale? A nulla, pare. I saldi, quanto a confusione per le strade, battono la misericordia. Zalone ha fatto più spettatori di quanti ne abbia fatto la porta Santa.
Bergoglio guarda a sinistra, si fa progressista per andare verso il gregge. Dialoga con Scalfari che tutte le domeniche compone omelie laiche. Michele Serra, dal canto suo, sullo stesso giornale, tra un’amaca e una canottiera, se la prende via egofono con il passato da corazzata Potemkin che non c’è più. Evoca Dino Campana, Carmelo Bene. E in questo dialogare tra spiriti, più altezzosi che alti, il gregge se ne va da tutt’altra parte.
Non esistono religioni senza Chiese. Non esiste santità senza stimmate. Senza sangue e mistero. Senza quell’odore forte di incenso nel silenzio nascosto dell’anima. Nel buio mistico di Notre Dame.
Ha ragione Geminello Alvi: – Bonifacio VIII concluse le memorabili feste nella notte di Natale dell’anno 1300. Questa segna la fine e l’inizio. Dopo l’entusiasmo dell’anno del Giubileo, venne, orrendo contrasto, la tragica fine di Bonifacio, il crollo del papato, la decadenza di Roma – .


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