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Sul prossimo governo la mano di Napolitano

Come già anticipato da Formiche.net, sarà l’attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a nominare il prossimo governo, sulla base dei risultati elettorali. E’ lo stesso Capo dello Stato, a renderlo noto in occasione dello scambio di auguri con le alte cariche dello Stato al Quirinale.

“Mio malgrado su di me ricadrà il compito” di avviare il procedimento per la formazione del nuovo governo. Diversamente da come sarebbe accaduto se, ed è quel che ho fortemente auspicato e sollecitato, la legislatura si fosse conclusa alla normale scadenza dei 5 anni – spiega Napolitano – e le elezioni si fossero svolte nell’aprile del 2013, all’insediamento delle nuove Camere si sarebbe succeduta senza soluzione di continuità, l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, e a questi sarebbe toccato avviare il procedimento per la formazione del nuovo governo. Così non è stato – aggiunge – e mio malgrado mi trovo a dover chiarire che su me ricadrà un compito nettamente diverso da quello che mi toccò assolvere nel novembre del 2011″.

Il presidente della Repubblica ammonisce però che “chiunque vincerà le elezioni e a prescindere dai diversi programmi elettorali “in Europa il cammino è segnato”. Secondo Napolitano “su ciascuna forza politica incomberà il dovere della proposta e quindi l’onere di provarne la sostenibilità. E la sede della verifica alla quale chi governerà non potrà sottrarsi è quella dell’ormai codificato ‘semestre europeo’, in linea con un nuovo quadro di regole per il rafforzamento sia della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche”. Ma, sottolinea, “su molti tempi importanti resta intatta la libertà di distinzione e competizione tra diversi programmi politici e di governo, per la posizione dell’Italia in Europa il cammino è segnato”, una “consapevolezza che prevarrà nell’Italia del dopo-elezioni, mi sento di dirlo serenamente ai nostri partner europei”.

Napolitano esprime poi il suo rammarico sia per le riforme non realizzate, come quella della legge elettorale (un “fatto imperdonabilmente grave”), sia della fine anticipata della legislatura. “Se è solo con lieve anticipazione rispetto alla scadenza naturale che stanno per essere sciolte le Camere, brusca è stata di certo l’accelerazione impressa dall’annuncio, l’8 dicembre scorso, delle dimissioni del presidente del Consiglio Monti”.

Tuttavia, il capo dello Stato esprime grande apprezzamento per l’operato di Mario Monti e del suo Esecutivo. “Questa conclusione non piena, questa interruzione in extremis dell’esperienza iniziata 13 mesi orsono non può tuttavia oscurarne la fecondità. I giudizi sui risultati ottenuti in un campo o nell’altro possono legittimamente divergere, e può darsi che si facciano ancora più divergenti”, ma e’ necessario, conclude Napolitano, che “in quel fuoco polemico non si bruci il recupero di fiducia nell’Italia che si e’ manifestato negli ultimi tempi in Europa, nella comunità internazionale e e negli stessi, pur poco trasparenti, mercati finanziari”.

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