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Tutte le turbolenze di Ryanair

ryanair, alitalia

“Con il prezzo del petrolio ai minimi di dodici anni, ma una domanda ragionevolmente stabile, crediamo che le compagnie europee stiano vivendo un momento ideale”. A scriverlo è Oliver Sleath, analista european transportation di Barclays.

Le compagnie aeree non riusciranno nel corso di due o tre anni ad aggiungere la capacità necessaria ad annullare i risparmi ottenuti grazie al basso costo del carburante e questo genererà un rialzo delle stime di utile fino al 50%. “Ma il mercato – continua Sleath – avrà una visione cauta e opererà un declassamento delle aviolinee”, si apriranno dunque punti di ingresso ottimi per puntare su quelle che secondo Barclays sono le società più promettenti, ovvero Ryanair e IAG. Equalweight per easyJet e Af-Klm. Vediamo nel dettaglio perché.

IL GREGGIO NON ABBATTE I PREZZI DEI BIGLIETTI

Secondo le previsioni di Barclays, se il barile fosse a 50 dollari quest’anno e il prossimo, la spesa operativa media di una compagnia aerea europea si ridurrebbe del 15% rispetto al 2014. Nel frattempo, con un’economia robusta, la domanda appare relativamente stabile (a meno di ulteriori incidenti geopolitici, probabilmente il più grande rischio a breve termine per il settore). “L’esperienza suggerisce – scrive ancora Sleath – che i prezzi dei biglietti siano in ultima analisi guidati dalla dinamica di domanda e offerta, e quindi riteniamo che il risparmio di carburante sarà passato al cliente solo nella misura in cui si aggiunga capacità extra. A 50 dollari al barile, si calcola che il settore avrebbe bisogno di almeno il 15% in più di offerta per compensare l’effetto carburante: più di quello che può realizzare Ryanair sul corto raggio, per fare un esempio. In realtà, da quando il petrolio ha iniziato a precipitare, la crescita della capacità è accelerata di circa 1-2 punti percentuali, causando l’occupazione completa dei posti e se possibile una migliore disciplina del settore. Pertanto, nel biennio 2016-17, pensiamo che i prezzi potranno (nel peggiore dei casi) lentamente diminuire in linea con la capacità aggiuntiva, mentre le basi di costo diminuiscono, facendo salire i margini”.

MA IL MERCATO RESTA SOSPETTOSO

Anche se il petrolio rimane a sconto e l’economia è in ripresa, il mercato teme che alla fine il risparmio sul carburante sia eroso da una maggiore capacità che ora sembra impossibile. E, a meno che il greggio non continui a scendere, è probabile che l’industria tocchi il record di margini nel 2017 per poi ricominciare a perdere quota. “Il mercato – spiega l’analista di Barclays – è riluttante a pagare per ciò che percepisce come temporaneo, utili trainati dal carburante e un petrolio a 35 dollari al barile sono sicuramente un male per la salute a lungo termine del settore, in quanto faranno ritardare il consolidamento. In questo contesto, è già partito il declassamento delle compagnie aeree. Noi riteniamo che le azioni con i multipli migliori siano quelle meglio posizionate in caso di miglioramento degli utili sostenibili”.

RYANAIR E IAG AD ALTA QUOTA

Nelle preferenze di Barclays, la società di voli low-cost Ryanair occupa il gradino più alto. “La trasformazione strategica di Ryanair – dice ancora Sleath – potrebbe portare una crescita annua dell’utile per azione del +30% per i prossimi cinque anni. Per quanto riguarda IAG, invece, vediamo un notevole potenziale di rialzo degli utili e di generazione di cassa nel 2016, in quanto la società si trova vicino a un livello di redditività sostenibile. Ci piace anche Wizz Air, con un tasso di crescita annuo del 15-20% e una storia forte di costi. Abbiamo declassato easyJet a equalweight: la società è senza dubbio un vincitore strutturale nel lungo periodo, ma pensiamo che il livello degli indici di redditività siano vicini al picco. Equalweight anche per Klm e Lufthansa. Entrambe le società sono fortemente a leva sul carburante, ma profitti più elevati potrebbero minacciare la ristrutturazione del lavoro, mettendo in discussione la loro competitività a lungo termine”.

I CONTI DI RYANAIR

Intanto la compagnia irlandese low cost ha rilasciato i dati del terzo trimestre fiscale, mostrando di avere i numeri per continuare a crescere. “Gli attacchi di Parigi e una politica di prezzo più debole hanno ridotto i profitti dei tre mesi conclusi a dicembre – precisa il giornale britannico Telegraph – ma non hanno minato i target dell’anno”. I profitti netti sono ammontati a 103 milioni di euro, il 5,5% sotto le attese mentre il fatturato è cresciuti del 17% a 1,3 miliardi e la società ha annunciato butback per 800 milioni nei prossimi nove mesi. Il segreto di questo successo? Lo spiega il ceo Michael O’Leary: “Nella prima metà del trimestre abbiamo notato un calo delle prenotazioni subito dopo gli attentati di Parigi e le tensioni a Bruxelles. Abbiamo reagito con promozioni sul prezzo e tariffe scontate per stimolare una crescita del traffico a doppia cifra”. Risultato: il numero dei passeggeri del trimestre è aumentato del 20% a 25 milioni. E per i prossimi mesi le tariffe diminuiranno in media del 6% grazie al risparmio sul carburante. Una fetta significativa del risparmio di 430 milioni sarà passato al consumatore finale.


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