Il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, ha dovuto ingoiare il primo rospo la scorsa settimana. Luciana Littizzetto a “Che tempo che fa” si lasciò andare a un commento esplicito sul ritorno in campo dell’ex premier.
Poi è stata la volta della puntata di Report dedicata ad uno dei primissimi investitori pubblicitari dell’azienda pubblica, l’Eni.
Ieri sera toccava alla serata evento dedicata alla Costituzione italiana e “condotta” da Roberto Benigni.
Il rischio che il comico toscano potesse lasciarsi andare a qualche battuta ci stava tutto. Ma forse neppure il dg poteva immaginare che davanti a una platea di diversi milioni di telespettatori Benigni si dedicasse a un lunghissimo ed esplicito monologo antiberlusconiano.
Se Silvio Berlusconi parla prevalentemente sulle sue tv e trasmissioni preferite (Canale 5, Rete 4, Porta a Porta), la Rai sembra prendere una posizione filo governativa e in quanto tale non troppo vicina al capo del Pdl.
Troppo facile prevedere le reazioni furenti del centrodestra e quelle della sinistra a difesa del comico (e della Costituzione).
La verità la scriverà forse Aldo Grasso.
Al netto della indiscutibile ispirazione che Berlusconi muove, Benigni è stato televisivamente poco efficace ed immaginifico.
Sarebbe il caso di dire, a proposito dei due B., che simul stabunt, simul cadent.
La politica e la tv meritano forse nuovi format.