Caro Direttore,
interveniamo con piacere nel dibattito sulle prossime elezioni comunali di Milano che sta tenendo banco sulle pagine di Formiche.net.
Insieme ad altri cittadini di sentimento liberale e democratico, stiamo animando il Comitato Libdem per Sala nel contesto delle primarie per la scelta del candidato sindaco di Milano che si terranno il prossimo 7 febbraio.
Raccogliamo persone unite dall’interesse a dare forza ai temi in buona parte già sollevati dalla lettera promossa, tra gli altri, dall’Avv. Alessandro De Nicola come le liberalizzazioni, le privatizzazioni, la gestione manageriale e orientata agli obiettivi della pubblica amministrazione, l’innovazione e l’internazionalizzazione, l’apertura al privato per la realizzazione di iniziative di interesse pubblico, i diritti individuali e l’inclusione degli outsider. Noi mettiamo al centro le cose da fare e il come farle rispetto a logiche stantie di schieramento che sono fuori dal tempo in un contesto politico che ha rimescolato completamente le carte.
La destra milanese, per la prima volta nella propria storia recente, è dominata da forze populiste e stataliste, xenofobe e reazionarie, che nulla hanno a che vedere con la tradizione liberale e riformatrice molto forte in città e rappresentata in modo eccellente dalla felice esperienza delle giunte Albertini.
I tentativi di Corrado Passera probabilmente, chissà, volti a convincere il partito di Salvini a sostenerlo, lo hanno portato a iniziare una discutibile campagna mediatica dai toni leghisti completamente estranea alla visione che abbiamo di Milano: una città forte perché aperta, dinamica e libera. Ci stupisce peraltro che a interpretare questo messaggio para-leghista sia l’ex ministro dello Sviluppo Economico del governo Monti: conoscendone il valore personale, siamo portati a credere che stia interpretando un ruolo non suo. I temi caratterizzanti scelti da Passera per la sua campagna non possono essere condivisi nel merito e nel metodo, che punta chiaramente a solleticare paure e preconcetti.
Nell’area che gravita intorno all’attuale maggioranza di governo si sta invece combattendo un interessante confronto tra modi radicalmente differenti di interpretare la tradizione riformatrice di una città dinamica e vitale come Milano.
Da un lato una visione più tradizionale di sinistra socialdemocratica (rappresentata da Pierfrancesco Majorino) o un approccio a tratti naif di chi propone mezzi pubblici gratis per tutti, esprime perplessità sui progetti di nuove linee metropolitane e dichiara guerra alla ricerca scientifica inneggiando alle lotte contro la sperimentazione animale.
Dall’altro la candidatura di Beppe Sala che, forte dei risultati di grande efficacia dell’operazione Expo (a cui ben pochi credevano) e dell’esperienza maturata nella gestione della macchina comunale, si propone di dare quella marcia in più a una città che sta vivendo, grazie soprattutto a progetti che hanno radici lontane (City Life, Porta Nuova, il teleriscaldamento, M5 e la nuova M4, il bike e il car sharing), uno dei periodi migliori della propria storia recente. In particolare, Sala conta di portare nell’amministrazione comunale il proprio approccio imprenditoriale, forti iniezioni di fondi e contributi privati, di puntare sulla dismissione di partecipate non strategiche a iniziare da SEA, di sfruttare le forti relazioni internazionali per attrarre investimenti e opportunità in città.
La nostra scommessa, che non ha la pretesa di essere “l’unica scelta possibile per un liberale”, è quella di puntare sulla vittoria di questa visione aperta e riformatrice e di rafforzare la candidatura di Sala soprattutto sui temi a noi più cari.
Rimaniamo una forza “aliena” alle dinamiche del centrosinistra ma troviamo più facile relazionarsi con il partito del Jobs Act e della riforma della PA (pur imperfette e perfezionabili) che con chi propugna l’alleanza strategica con il putinismo, la chiusura delle frontiere e l’abolizione della riforma Fornero.
Crediamo che se Sala dovesse vincere le primarie prima e le elezioni poi, si aprirebbe una nuova stagione di riformismo milanese e il nostro impegno è per fare in modo che questa includa nelle proprie corde le idee che i Libdem portano avanti. C’è un campo, le primarie del centrosinistra, in cui si sta combattendo una battaglia che non può lasciare indifferenti il mondo laico e liberale e in cui è naturale individuare in Sala, per il metodo che ha utilizzato e le proposte che ha avanzato, un riferimento da sostenere con tutte le forze possibili.
Chiudersi nei propri recinti alla ricerca di una purezza liberale che si pretende poi di trovare nelle campagne populiste di impettiti banchieri o nelle felpe colorate di ex comunisti padani non può essere la strada maestra.
Concludendo, ci proponiamo di alimentare il dibattito e di partecipare attivamente alla politica di domani, attraverso idee ed azioni autenticamente liberali e libdem, forti di una rinnovata spinta generazionale.
Con stima,
Vincenzo Giannico
Promotore del Comitato Libdem per Sala