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La diaspora della Destra (tatarelliana) vista da Buttafuoco

Ignazio La Russa fonda il centro-destra nazionale, Maurizio Gasparri resta nel Pdl e Italo Bocchino in Fli, Gennaro Malgieri guarda a Mario Monti e Francesco Storace continua a guidare la sua Destra. Ma la vera Destra, quella sognata da Pinuccio Tatarella e sdoganata da Gianfranco Fini che fine ha fatto?

Formiche.net ha chiesto un commento su questa diaspora a Pietrangelo Buttafuoco, giornalista di Panorama, intellettuale, scrittore e profondo conoscitore di quella parte di cielo: “E’ una tragedia, è tutto finito – esordisce con tono provato – e tutto questo perché è successo? Per una precisa disobbedienza a un comando di Tatarella che aveva indicato un percorso preciso: riuscire ad essere contemporanei al proprio tempo attraverso un impegno politico che potesse resistere a ciò che è transitorio”. E quindi, spiega Buttafuoco, “non contano i parlamentari né la pesca delle occasioni ma un progetto che sia culturale e per questo di lunga durata”.

La luce? Tra trent’anni

Un progetto che, secondo l’intellettuale, non è mai stato seguito da quando la destra è al governo: “Hanno tenuto in mano l’Italia per vent’anni e non è rimasto nulla. Stiamo assistendo a una frantumazione, a una polverizzazione della destra”. Uno scenario da cui è difficile vedere la luce: “Se ne riparlerà tra altri trent’anni – profetizza il giornalista – è stato snaturato un tesoretto costituito dal patrimonio spirituale e culturale di tre milioni di italiani che votavano a destra. Quel mondo, quella storia oggi non esiste più”.

Sopravviverà solo Berlusconi

A sopravvivere su tutto quello che è stato il ventennio del berlusconismo, sarà solo lo stesso Cavaliere, commenta amaro lo scrittore: “Forse rimarrà solo lui a contendersi pezzi di consenso con Beppe Grillo ma di certo questa non sarà la prosecuzione di quel progetto che va da Luigi Einaudi ad Alcide De Gasperi fino al Partito popolare europeo”.


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