Rozi Mamai, ex ministro dell’economia del Ciad e fondatore dell’associazione umanitaria ‘Adeb’, sta conducendo una missione in Europa ed è stato ospite dell’Associazione nazionale reduci dalla prigionia (Anrp), il cui presidente Enzo Orlanducci ha avviato un progetto per la realizzazione di un pozzo d’acqua nel nord del Paese, martoriato dalle mine antiuomo lasciate in eredità dalla guerra in Libia.
L’acqua è l’emergenza numero uno in quest’area africana: gli effetti catastrofici dell’inaridimento del quarto lago più grande dell’Africa (di cui si è già parlato in un articolo dedicato alla conferenza internazionale ‘Il caso del lago Ciad: un serbatoio di cibo e acqua tra disastro ambientale e cooperazione internazionale’) aggravano infatti la situazione di conflitto e il flusso migratorio verso l’Europa.
Di questo si è parlato a Roma presso la sede centrale del Cnr, dove una delegazione di esperti ha ricevuto Mamai. “Il lago ha visto ridurre la propria superficie d’acqua da 20.000 a 1700 km2. Il problema è ambientale, umanitario e di sicurezza, se si pensa alla presenza di Boko Haram sul territorio”, ha affermato l’ex ministro, che ha aggiunto: “il lago è importantissimo per la sopravvivenza delle popolazioni centro-nord africane, che ora scappano in cerca di acqua influenzando i flussi migratori, sia tra i Paesi confinanti sia verso l’Europa”. “Nelle zone vicino alle oasi, l’acqua si trova a circa 120 metri sotto terra e il pozzo lo finiremo in 4 mesi”, ha dichiarato Orlanducci.
In rappresentanza del Cnr erano presenti Corrado Bonifazi, direttore dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, esperto di movimenti migratori, Ruggero Casacchia dell’Ufficio relazioni internazionali, Roberto Reali del Dipartimento di scienze bio-agroalimentari per il progetto Cnr Lago Ciad e Andrea di Vecchia dell’Istituto di biometeorologia, esperto di progetti di cooperazione allo sviluppo. L’auspicio comune è quello di fornire un adeguato supporto scientifico per lo studio di soluzioni a contrasto delle drammatiche conseguenze del prosciugamento di questa essenziale risorsa idrica.