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Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte Paschi, Ubi. Ecco come (non) funzionerà la Gacs

Con il via libera dell’Ue la via italiana alla bad bank si fa concreta. Si chiama Gacs o, per esteso, garanzia pubblica sulle tranche senior di cartolarizzazioni di crediti non performing. Una scelta che è piaciuta anche (o meglio soprattutto) a Bruxelles, come spiega il Sole, perché “se uno Stato membro della Ue interviene come farebbe un investitore privato ed ottiene una remunerazione per il rischio assunto equivalente a quella che avrebbe accettato l’investitore privato, l’intervento non costituisce un aiuto di Stato. Pertanto, la Commissione ha concluso che le misure proposte non comportano aiuti di Stato ai sensi della normativa dell’Unione Europea”. Insomma, la Gacs va bene perché non comporta aiuti di Stato: l’investitore infatti “sarà remunerato in linea con le condizioni di mercato per il rischio assunto concedendo una garanzia sui prestiti cartolarizzati in sofferenza”.

BAD BANK ALL’ITALIANA

Ma cos’è la Gacs? E sarà davvero il canale attraverso cui le banche italiane potranno liberarsi di 350 miliardi di crediti dubbi, di cui 200 miliardi lordi circa di Npl? Proviamo a capire di più. I dettagli del meccanismo pensato dal governo per smaltire le sofferenze bancarie sono descritti da un comunicato del ministero del Tesoro: “Lo schema prevede la concessione di garanzie dello Stato nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione che abbiano come sottostante crediti in sofferenza – si legge nel comunicato – Lo Stato garantirà soltanto le tranche senior delle cartolarizzazioni, cioè quelle più sicure, che sopportano per ultime le eventuali perdite derivanti da recuperi sui crediti inferiori alle attese. Non si potrà procedere al rimborso delle tranche più rischiose (junior e mezzanina), se non saranno prima state integralmente rimborsate le tranche senior garantite dallo Stato”.

CARTOLARIZZARE LE SOFFERENZE

Cosa vuol dire? Le cartolarizzazioni sono obbligazioni con sottostanti attività, mutui, affitti, sofferenze bancarie che possono produrre flussi di reddito. La banca non fa altro che emettere dunque un bond con sottostante le proprie sofferenze di cui si stima la capacità di produrre flussi cedolari e il rischio: in base a queste caratteristiche i titoli vengono catalogati come senior (a minor rischio) mezzanini e junior (a maggior rischio). Le operazioni di cartolarizzazione saranno strutturate sulla base della legge 130/1999.

LA GARANZIA PUBBLICA

Lo Stato interviene garantendo queste cartolarizzazioni. Le garanzie possono essere richieste dalle banche che cartolarizzano e cedono i crediti in sofferenza, a fronte del pagamento di una commissione periodica al Tesoro, calcolata come percentuale annua sull’ammontare garantito. “Il prezzo della garanzia è di mercato, come riconosciuto anche dalla Commissione europea – spiega ancora il Tesoro – e sarà calcolato prendendo come riferimento i prezzi dei CDS degli emittenti italiani con un livello di rischio corrispondente a quello dei titoli garantiti. Il prezzo sarà crescente nel tempo, sia per tenere conto dei maggiori rischi connessi a una maggiore durata delle note, sia per introdurre nello schema un forte incentivo a recuperare velocemente i crediti”. Il prezzo previsto per i primi tre anni è calcolato come media del mid price dei CDS a tre anni per gli emittenti con rating corrispondente a quello delle tranche garantite. Al quarto e quinto anno il prezzo aumenterà in conseguenza dell’applicazione di un primo step up (CDS a 5 anni) e del pagamento di una maggiorazione incentivante, a compensazione del minore tasso pagato per i primi 3 anni. Dal sesto anno in avanti il prezzo della garanzia sarà pieno (CDS a 7 anni). Per il sesto e settimo anno sarà anche dovuta una ulteriore maggiorazione incentivante, a compensazione del minore tasso pagato per i primi 5 anni.

RATING INVESTMENT GRADE

Lo Stato rilascerà la garanzia solo se i titoli avranno preventivamente ottenuto un rating uguale o superiore all’Investment Grade, da un’agenzia di rating indipendente e inclusa nella lista delle agenzie accettate dalla Bce. “Il rating sarà rilasciato – scrive ancora il Tesoro – applicando i criteri rigorosi che le agenzie sono tenute ad osservare, che includono: la stima analitica dei flussi di cassa associati al titolo garantito, la verifica della qualità di tutti i crediti sottostanti, la percentuale investita nelle tranche che assorbono per prime le perdite, la capacità operativa del servicer che sarà incaricato del recupero dei crediti. Le banche saranno tenute a dare l’incarico di recuperare i crediti a un servicer esterno e indipendente. Questo impedirà che l’azione di recupero sia frenata da eventuali conflitti di interesse”. Sui titoli senior che avranno ottenuto rating investment grade da un soggetto terzo “il ministero dell’Economia e delle Finanze – scrive Milano Finanza – è autorizzato a concedere la garanzia per 18 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto e potrà estendere il periodo, con un ulteriore decreto, per un massimo di altri 18 mesi, previo via libero della Commissione europea”.

CEDOLE VARIABILI

Titoli senior e altri titoli mezzanini avranno cedola variabile che sarà pagata trimestralmente, semestralmente o annualmente in funzione del valore nominale residuo dei titoli all’inizio del periodo di interessi di riferimento. “La garanzia – continua MF – può essere concessa sui titoli senior soltanto se la banca cedente avrà già venduto almeno il 50% più 1 dei titoli junior. E in ogni caso, se avrà venduto un ammontare di titoli junior e mezzanini (se previsti) tale da consentire l’eliminazione contabile dei crediti cartolarizzati dai libri della banca e del gruppo bancario di appartenenza. Ciò significa che, in ogni caso, la banca dovrà ottenere dai propri revisori contabili il via libera alla cosiddetta derecognition dei crediti sulla base di quanto previsto dal principio contabile internazionale Ias 39, che prevede appunto che i crediti ceduti possano essere cancellati dai libri soltanto nel momento in cui tutti i rischi e ritorni a questi collegati siano stati rimossi. In pratica, il revisore deve dimostrare, numeri alla mano, che le classi di titoli ceduti sono in grado di assorbire tutte le perdite attese e non del portafoglio cartolarizzato, il che nella pratica accade molto raramente se soltanto metà della tranche equity viene ceduta”.

Insomma, una soluzione che piace all’Ue perché non pesa sul bilancio del super-Stato ma che probabilmente non ha la potenza di fuoco sufficiente per funzionare.


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