Seul – La Corea del Sud ha un presidente donna per la prima volta nella sua storia. Gli elettori hanno votato a maggioranza per Park Geun-Hye, la candidata del partito conservatore. Dopo gli exit-poll e le indiscrezioni dei network televisivi, è stato il suo avversario Moon Jae-In, candidato del centrosinistra alle presidenziali sudcoreane, a riconoscere la sconfitta: “Tutti hanno fatto del loro meglio – ha detto – ma non sono riuscito a vincere: accetto umilmente il risultato del voto”.
La prima donna alla guida della Corea del Sud è figlia dell’ex dittatore sudcoreano Park Chung-Hee, assassinato nel 1979. Un’eredità pesante, tanto che nel settembre scorso la 60enne Park si vide in dovere di presentare delle pubbliche scuse per le violazioni dei diritti umani commesse sotto il regime del padre; tuttavia, ha anche descritto il golpe del 1961 come “necessario”, il che le ha alienato le simpatie di parte dell’elettorato più giovane.
Da parte sua Moon ha pagato con il carcere il suo impegno per la democrazia negli anni Settanta: entrambi i candidati hanno cercato di conquistare il voto delle classi medie, impegnandosi a lottare contro le crescenti diseguaglianze sociali. Ma ad aver la meglio è stata la figlia del dittatore.