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Ecco la nuova campagna di Berlusconi: addio Monti

Come raggiungere quel 40% di elettori, obiettivo dichiarato nel salotto di Bruno Vespa? Per scalare i sondaggi in vista del voto del 24 febbraio, Silvio Berlusconi la sua campagna elettorale l’ha già scritta. Individuando il nemico pubblico numero uno contro cui scagliarsi: Mario Monti, quella “persona stimabilissima” di cui aveva tessuto le lodi, e il Centro montiano che lo sostiene.

È questa la nuova strategia del Cavaliere, dopo che il Professore ha voltato le spalle alla sua offerta di fare il leader del centro-destra nell’orizzonte europeo del Ppe. Monti lo farà ma non con lui. Ha scelto quell’universo moderato e centrista capitanato da Pier Ferdinando Casini, definito non a caso da Berlusconi “orrendissimo”.

La nuova linea antimontiana del Cav. lo porta addirittura ad avvicinarsi alla posizione di un nemico di sempre come Massimo D’Alema. Oggi a Radio anch’io, il redivivo grande capo del Pdl è arrivato a dire: “Rimarrei assolutamente sorpreso se ci fosse una partecipazione ad una campagna elettorale di Monti. Sarei d’accordo, forse per la prima volta, con D’Alema”. E giù con l’accusa del “leaderino”, nuovo punto forte dei suoi ritornelli elettorali: “Non sarebbe un interesse neanche di Monti diventare un piccolo protagonista partendo dal suo ruolo di ‘deus ex machina’ nel quale si era imposto”, ha commentato il Cavaliere.

Da questa posizione appare più semplice l’alleanza con la Lega, che mai ha digerito l’agenda del Premier tecnico. Il nuovo incontro di domani con Roberto Maroni si presenta quindi in discesa per stringere un patto antimontiana e alcuni preannunciano addirittura un ticket Berlusconi-Tosi viste le nuove ambizioni nazionali dell’amato sindaco di Verona.

Il problema sorge invece per tutti i montiani all’interno del Pdl. Franco Frattini, Giuliano Cazzola, Alfredo Mantovano, Beppe Pisanu seguono con attenzione quello che appare il piano inclinato verso il nuovo Monti politico e si apprestano a dire addio al vecchio partito con il nuovo movimento “Italia popolare”, che potrebbe staccarsi alle Camere già prima della fine della Legislatura.



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