Nel pomeriggio di ieri è emersa tutta l’impotenza dell’OPEC nel governare il prezzo del greggio in questa fase:
Il Ministro del petrolio iraniano ha definito “ridicola” la proposta portata avanti dalla Russia, l’Arabia, il Venezuela e il Qatar di freezare la produzione sui livelli di Gennaio, lamentando il fatto che questa giunge proprio quando l’Iran è in procinto di aumentare la propria, in seguito alla cancellazione dell’embargo, mentre gli altri l’hanno appena aumentata.
Il Ministro saudita Al -Naimi ha dichiarato a Houston che non ci saranno tagli alla produzione perché non c’è alcuna garanzia che i vari Paesi li opereranno, anche se li promettono. La fissazione di un tetto alla produzione è solo l’inizio di un processo, ma è il mercato che deve trovare un proprio equilibrio e i paesi possono solo cooperare per aiutare il mercato a trovarlo più rapidamente.
Tagliare la produzione vuol dire sussidiare i produttori con alti costi di estrazione, mentre la soluzione, per quanto dura possa essere, è che questi taglino i costi, o, se non possono, chiudano. Al-Naimi ha concluso dicendo che a Marzo saranno possibili ulteriori colloqui sul potenziale blocco.
Ovviamente il petrolio ha istantaneamente perso ogni supporto, e dato luogo ai consueti effetti collaterali su equity, tassi, settori bancari, US High Yield, etc.