Mentre in Europa si discute della rimozione dello Sme supporting factor, introdotto dalla Commissione europea a gennaio 2014 per favorire i prestiti alle imprese di piccola e media dimensione, è il Parlamento europeo a intervenire in favore di questo strumento tanto importante per l’economia dell’Ue visto che Bruxelles e pure l’autorità europea sulle banche Eba meditano di rivisitare. O meglio, sono undici alti rappresentanti del Parlamento, tra cui il vice-presidente Antonio Tajani a scrivere a Lord Jonathan Hill, Commissario Europeo per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’unione dei mercati dei capitali, una lettera di intenti.
LA SPINA DORSALE DELL’ECONOMIA
In essa gli esponenti del Parlamento europeo ricordano innanzitutto la ratio del supporting factor snocciolando al Commissario puri numeri. “Le pmi – si legge nella missiva – rappresentano la spina dorsale dell’economia europea… con oltre 20 milioni di imprese nell’area dell’euro che impiegano più di 80 milioni di persone. In termini percentuali questo vuol dire che due su tre persone occupate lavorano in una pmi. Complessivamente le pmi contano per il 99,8% dell’imprese europee (le microimprese rappresentano il 91,2%) e forniscono un contributo vitale alla crescita e all’occupazione: generano il 55% del Pil e impiegano circa 75 milioni di cittadini europei”.
IL SENSO DELLO SME SUPPORTING FACTOR
Solo questi numeri basterebbero, secondo i firmatari, a giustificare l’esistenza dello Sme supporting factor, che è, nella sua formulazione attuale, un fattore di sconto (pari a 0,7619) che riduce il patrimonio che la singola banca deve allocare a fronte di prestiti, purché di importo complessivo inferiore al milione smezzo di euro, concessi a una pmi. Si tratta di “uno strumento che aiuta le pmi a guidare la crescita economica. Come previsto da quel regolamento e con il precipuo obiettivo di assicurare un adeguato flusso di credito verso le pmi, gli erogatori di prestiti alle pmi beneficiano di un requisito di capitale meno stringente” che appunto gli estensori della lettera chiedono venga approvato anche per gli anni a venire ritenendo che si dimostrerà ancora più efficace “in un contesto di recupero economico, in cui le pmi posso contribuire a ridurre la disoccupazione e incrementare la crescita”.
I FIRMATARI
Tra i firmatari, oltre a Tajani, compaiono diversi rappresentanti del Comitato degli affari economici e monetari, in particolare i coordinatori Burkhard Balz come primo nome, e poi Elisa Ferreira, Sylvie Goulard, Marisa Matias e Kay Swinburne, oltre al presidente Roberto Gualtieri del Pd e il membro Marco Valli. Infine compaiono le firme di Udo Bullmann, Othmar Karas, Michael Theurer che si occupano di regolamentazione dei requisiti di capitale. Le pmi di tutta Europa sperano che le loro voci vengano ascoltate.