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Siamo totalmente complici

Abbiamo “ridotto” la politica a “marketing politico”, ritrovandoci immersi in una (presunta) politica che informa ma che non conosce e che, di conseguenza, non comprende la realtà e non riesce più a garantire una direzione strategica alla convivenza umana nel creato.

La drammatica “assenza degenerante” della politica apre le porte a sempre maggiori scenari di dis-integrazione, di semplificazione, di separazione, di guerra.

Di fronte a tutto questo, dobbiamo prendere atto che il ripensamento per la rifondazione della politica è tanto urgente quanto necessario. Quando sento parlare di “scuole di politica”, confesso di avvertire il richiamo del vuoto che “insegna” il vuoto mentre, nella realtà, continua a sentirsi il fastidioso rumore di una rottamazione che si è fatta occupazione del potere e che, da presunta novità, si è trasformata in un patetico “dejà vu”.

Per quanto ovvio,  l’ “assenza degenerante” della politica provoca l’appiattimento del dibattito pubblico sulla netta separazione fra amici-nemici, buoni-cattivi, bianco-nero. Così facendo, ampliamo sempre di più lo spazio globalizzato dell’arena competitiva nella quale si consumano le nostre “certezze imminenti”, illusione di poter fare a meno dell’incertezza dell’esperienza nel suo “giusto” tempo; ci illudiamo di poter vincere a ogni costo, portando tutto sul brevissimo termine e “riducendo” la vita ad esistenza (dominabile).

Chi ha combattuto o è morto per la libertà di tutti, in questo clima di irresponsabilità verso il nostro “destino comune”, combatte o muore per la seconda volta. Di questo, non vivendo, siamo totalmente complici.

The Global Eye – In complexity

Giudizio storico



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