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Come cambia la legge sulle rate non pagate dei mutui

I  politici accusano il popolo di non avere un’educazione finanziaria ed economica. Ammesso e non concesso che sia vero, francamente le verità nascoste dalla politica contribuiscono a rendere il popolo suddito piuttosto che cittadino. Rispetto alla questione banche/mutui, il governo si trova di fronte due turning point. Da una parte il caos ancora evidente delle fallite “4 cattive banche” alle quali recentemente si è aggiunta la Banca di Vicenza e i rumors delle reiterate difficoltà di MPS e San Paolo. Dall’altra quello del decreto che ha in pancia e che sta per partorire. Questo decreto recepisce la direttiva europea sui mutui (per farlo l’Italia ha tempo fino al 21 marzo), prolungando la scadenza a partire dalla quale può essere fatta valere un’importante clausola. Questa prevede il pignoramento dell’immobile che può scattare dopo 18 rate non pagate (non più 7), anche non consecutive.

Infatti, secondo anticipazioni sussurrate, la sottoscrizione delle clausole di inadempimento dovrebbe essere facoltativa e la norma non dovrebbe essere retroattiva, ovvero non dovrebbe agire su contratti già sottoscritti, neanche in caso di loro surroga. Pare (il dubbio è legittimo) che una volta che la banca riceve esplicita disposizione di vendita dell’immobile, ovvero nel caso in cui il mutuario sottoscriva liberamente la clausola di inadempimentoun perito indipendente nominato dal tribunale avrà il compito di valutarne il valore.

Quindi, in caso di morosità, la vendita da parte della banca sarà possibile senza passare dall’asta giudiziaria. Il trasferimento del bene alla banca comporterà in ogni caso la totale estinzione del debito, ovvero la banca sarà obbligata a cancellare il mutuo, anche se il valore dell’immobile dovesse risultare inferiore al debito residuo. Su tutto ciò dovrebbe vigilare la Banca D’Italia. È evidente che i dubbi sono più che legittimi. Infatti è altrettanto chiaro che Renzi ha scelto di aiutare ancora una volta le banche: infatti la direttiva Ue non impone la soluzione della vendita diretta delle case espropriate da parte delle banche (art. 28,comma 4 direttiva Ue n.17 del 2014).

Dunque i debitori, che in Italia sono la bellezza di 240mila famiglie in arretrato e in sofferenza, vengono “eliminati” attraverso un’operazione che le massacra e che porta alle banche almeno altri 20 miliardi. Si tenga conto che i pignoramenti, negli anni dal 2006 al 2014, hanno visto ben 110 mila famiglie sottrarsi la casa con un aumento del 162%. Ci sono famiglie che hanno pagato puntualmente la rata del mutuo per anni fino a quando siamo entrati in crisi e magari è andato perso il lavoro che serviva sia per vivere sia per pagare anche il mutuo. È così che Renzi pensa di far ripartire l’Italia?



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