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Paola Riccora: le radici artistiche di Mariagiovanna Grifi

Mariagiovanna Grifi
Mariagiovanna Grifi

Scoprire di avere un’antenata drammaturga, che ha dato un grande contributo al teatro napoletano ed italiano di inizio novecento, che ha lavorato con i De Filippo, prodotto tante di quelle storie che sono state messe in scena nei teatri, scoprire che la sua passione di donna di inizio secolo è comune a quella di una giovane dottoressa di ricerca in storia dello spettacolo, giornalista e critica teatrale.
Questa la storia di Mariagiovanna Grifi che nel ricco archivio di famiglia, riscopre un pò per caso un pò per destino, una vasta produzione elaborata dalla sua antenata Emilia Vaglio, conosciuta con
lo pseudonimo di Paola Riccora.

La Riccora, dimenticata dai più, forse proprio perchè donna all’avanguardia, donna sopra le righe che ha precorso i tempi, non solo madre, moglie e donna esemplare ma lavoratrice: un lavoro non
canonico, un lavoro molto inusuale per una donna di quel tempo.
Una storia dal tale fascino da spingere la Grifi a scrivere il volume “Chiamatemi Paola Riccora. Come una signora dell’alta borghesia napoletana diventò commediografa di successo (edizioni ilmondodisuk)
che è uscito il 26 febbraio a quarant’anni dalla morte della Riccora.

Il volume sarà presentato venerdì 18 marzo 2016, alle 17 alla Società Napoletana di Storia Patria (Maschio Angioino, piazza del Municipio, Napoli), nell’ambito dell’evento promosso dalla Luetec,
“La Memoria Ritrovata”, alla sua quarta edizione. Introducono: Renata De Lorenzo (presidente della Società Napoletana di Storia Patria) e Fonte Maria Fralonardo (presidente nazionale Federuni). Con l’autrice, intervengono: Giulio Baffi (presidente dell’Associazione nazionale dei
critici di teatro), Donatella Gallone, (giornalista e editrice), Manlio Santanelli (drammaturgo). Coordina, Maria Giovanna Romaniello, presidente della Luetec. Letture a cura di Mario Brancaccio e Tina
Femiano. Musiche del maestro d’arpa, Gianluca Rovinello.
Il libro scorre veloce tra foto, poesie, ricordi, vita familiare, vita privata che si mescola insieme con quella lavorativa professionale, fatta di successi e delusioni, amarezze e grandi soddisfazioni. Paola Riccora riuscì, contro i pregiudizi dell’epoca,a portare il tuo teatro fuori dai confini di Napoli e della Campania, fino ai grandi teatri milanesi e ad ottenere grandi successi.
Il tutto in un’epoca storica di grandi cambiamenti, dove tutti i paradigmi validi fino ad allora si modificano molto velocemente, dove una signora borghese può divenire commediografa e drammaturga di
successo. Una lettura molto piacevole, che ci fa riscoprire un personaggio per vari motivi un pò dimenticato, che merita un posto nell’olimpo dei grandi autori teatrali del novecento, che ci fa capire
come esattamente un secolo fa le donne erano già in grado di gestire con grande naturalezza e maestria lavoro, famiglia e successi personali, di un lavoro molto fuori dal comune.

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La scheda del libro
In poco più di 120 pagine, scritte con il cuore ma anche con la precisione della studiosa, l’autrice racconta lo straordinario percorso di una donna, che agli inizi del Novecento, nonostante sia
sposata al noto avvocato Caro Capriolo, sostenitore del diritto d’autore, fondatore della Siae a Napoli, e abbia avuto da lui due figli, Renata e Gino, di cui è madre affettuosa, debutta sul
palcoscenico del Teatro Nuovo, il 21 febbraio 1916 (un secolo fa) con “Nu mese ‘o ffrisco”, portata in scena dalla compagnia del Cavalier Pasquale Molinari. Una riduzione napoletanizzata di “Vingt jours à
l’ombre” di Hennequin e Veber che firma con lo pseudonimo maschile Paolo Riccora, visto il contenuto scandaloso della pochade. Per rivelare poi, nel tempo, attraverso una serie di aneddoti, la sua
identità femminile, facendosi riconoscere come Paola.

È talmente famosa nel 1932, apprezzata da un pubblico nazionale, che un giovane alto e magro, Eduardo de Filippo, con i fratelli Titina e Peppino, bussa alla sua porta di via Carlo Poerio, chiedendole di
scrivere un testo per loro. Anche Raffaele Viviani si rivolgerà a lei per allargare i confini della propria notorietà. E sue commedie verranno interpretate dalle più rinomate compagnie dell’epoca in cui
figurano attori del calibro di Carlo Pretolani, Dina Galli, Ettore Petrolini e Paola Borboni.

Intellettuale appassionata e femminista inconsapevole, stimata da Luigi Pirandello e Matilde Serao, omaggiata dalla penna di critici quali Renato Simoni, Vittorio Paliotti e Antonio Ravel, dopo la sua
morte, Paola Riccora viene completamente, incomprensibilmente dimenticata.
Il libro mira a riportare alla luce la vita e l’arte di una donna scrittrice del secolo scorso, non solo per renderle onore, ma per contribuire a restituirle il posto che merita nella storia del teatro
italiano.

L’autrice
Mariagiovanna Grifi è dottore di ricerca in storia dello spettacolo, giornalista e critico teatrale. Napoletana, classe 1980, discendente diretta di Emilia Vaglio, vive a Firenze dove insegna, organizza e
conduce laboratori di scrittura creativa e collabora con diversi quotidiani e riviste online. I suoi interessi spaziano dalla drammaturgia contemporanea alla Commedia dell’Arte, dalla scrittura
come terapia allo studio delle più aggiornate e innovative strategie didattiche.

La Memoria Ritrovata
La Memoria Ritrovata è un evento ideato dalla Luetec per riflettere su testimonianze storiche da proiettare nella costruzione del futuro.
In una città come Napoli, ricca di memorie straordinarie.
Spiega la presidente Maria Giovanna Romaniello: «Nel 2007 abbiamo reso omaggio a Domenico Scarlatti in collaborazione con la Municipalità V, incidendo un cd di musiche dello stesso, eseguite poi al pianoforte in un concerto aperto alla cittadinanza e svoltosi nel piazzale antistante la Certosa di San Martino. Nel 2008 a Maria Bakunin, realizzando un evento a Castel Nuovo in collaborazione con il Comune di Napoli e la facoltà di chimica dell’Università Federico II: protagonista, il volume di Pasqualina Mongillo, “Marussia. La signora della chimica”. Nel 2010 abbiamo dedicato la manifestazione alla Stazione Anton Dohrn con un convegno sull’ente di ricerca che ne ha messo in rilievo sia il profilo scientifico che storico-architettonico».

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