L’intervista fatta da Giovanni Floris a Pierluigi Bersani è molto bella. Mi permette di dire alcune cose che sento profondamente. A dispetto di chi, anche della mia generazione, si sente invece “offeso” o “deluso”.
L’esperienza de L’Ulivo è stata davvero la più innovativa e complessa esperienza politica e sociale, oserei dire, dell’Italia contemporanea. Un’esperienza che è stata poi l’anticamera di ciò che oggi chiamiamo Partito Democratico. Credo che ci vorrebbe molto più rispetto nei confronti di chi, in un contesto sociale ed economico particolare, e politico, è riuscito a mettere da parte divisioni e distinzioni a favore di un qualche cosa che potesse unire e tenere insieme anche esperienze tanto diverse tra loro. Attorno a Romano Prodi si è costruito un progetto ambizioso, difficile e che, mia personale convinzione, non è ancora del tutto concluso. Il percorso va avanti anche dopo Prodi, D’Alema e Bersani, naturalmente.
Bersani in questa intervista afferma qualche cosa di importante:
“…Richiamiamo, simboleggiamo un’altra idea, diciamolo pure. Quando dico che stiamo facendo degli sforzi, e dovrebbero stare forse attenti a questo, per tenere dentro della gente che non si sente a suo agio, stiam parlando di questo. Stiamo parlando dello sforzo di tenere il PD ospitale per chi ha una cultura di sinistra, centro-sinistra, ulivista, perché una parte di questi, una parte non piccola, si sente a disagio”
Matteo Renzi e tutti quelli che oggi hanno gioco facile a criticare, e spesso consapevolmente o meno, denigrare, chi c’era prima, dimentica che questo Partito Democratico ha la sua unicità, forza e propensione all’innovazione, nel tenere insieme, nell’orizzonte del Centro-Sinistra, ricordiamolo bene, culture politiche anche molto diversa tra loro. Parafrasando il motto dell’Unione: uniti nella diversità.
Una parte importante del PD è fatto di quelle persone che cita Bersani, che hanno una sensibilità di sinistra, più tradizionale se vogliamo, ma integralmente facenti parte di questa nostra comunità politica. Un luogo di formazione dovrebbe essere altro dall’indottrinamento. Francamente applaudire e applaudire, ad affermazioni decisamente poco fondate e anche poco informate, lo trovo deprimente.
Sarebbe il caso di ascoltarsi un po’ di più e di applaudire meno. C’è in gioco molto di più del destino di un Segretario o di un Governo. C’è in gioco il futuro di questa comunità.