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Banco Popolare-Bpm, cosa succederà con la fusione

Il 23 marzo è stata annunciata la fusione tra Banco Popolare e BPM. Si tratta della prima vera fusione dopo l’entrata in vigore della legge sulle Banche Popolari, legge che la Uilca ha fortemente criticato.

In questi giorni abbiamo preferito ascoltare piuttosto che commentare un’operazione che, da un lato, va a rafforzare il sistema bancario italiano, dall’altro ha dimostrato, ancora una volta, la sudditanza del nostro Paese ai voleri dei burocrati della BCE.

Avevamo detto e scritto in tempi non sospetti (le registrazioni e le dichiarazioni sono sul nostro sito), che non capivamo perché due banche che erano in regola con i parametri patrimoniali richiesti dalla BCE fondendosi avevano bisogno di un aumento di capitale. Questo concetto è stato ripreso da autorevoli editorialisti ed economisti. Avevamo visto giusto.

Entrando nel merito della fusione, il parere della Uilca sarà espresso solo al momento della presentazione del Piano industriale. Siamo troppo vecchi del mestiere per cadere nella trappola di giudizi avventati senza conoscere i dettagli sulle reali ricadute dell’operazione sulle lavoratrici e sui lavoratori delle due banche.

Per noi il percorso inizia ora, in quanto vogliamo conoscere nel dettaglio il numero degli esuberi, il numero delle chiusure delle filiali, le sovrapposizioni delle sedi, vogliamo conoscere i termini della mobilità del personale, il mantenimento della professionalità acquisita dalle lavoratrici e dai lavoratori. E questo sarà solo il primo step delle trattative sindacali.

Saviotti e Castagna hanno speso parole tranquillizzanti, affermando che non ci saranno licenziamenti ma solo fondo esuberi volontari. Ne prendiamo atto. Sono certo che le parole di grande riconoscenza verso il personale, non siano solo tali, ma che corrispondano alla realtà dei fatti.

Certamente questa fusione aprirà la stagione dei grandi processi di aggregazione nel sistema bancario italiano. Sistema che ha bisogno di soggetti forti, che devono essere vicini alla realtà economica del Paese per il rilancio del nostro Paese. Ora il compito di Castagna e Saviotti sarà quello di trattare con il sindacato al fine di tranquillizzare le lavoratrici e i lavoratori e renderli partecipi di questo ambizioso progetto. Forzature, fughe in avanti non sarebbero capite e da noi contrastate. Quindi giudizio favorevole ma con tanti “vedremo”.

Infine per quanto riguarda l’assemblea fissata per il 30 aprile p.v. per il rinnovo del Consiglio di Sorveglianza della Bpm, i sindacati unitariamente nei prossimi giorni comunicheranno le proprie indicazioni. Noi siamo per una lista unica per questa breve transizione, che porterà entro la fine dell’anno alla costituzione della nuova banca, ma il nuovo Presidente e il nuovo Consiglio, non solo dovranno dare continuità con le decisioni assunte, ma porre al centro del proprio agire quegli aspetti tipici della cooperativa e degli interessi dei lavoratori e degli stakeholder.


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