Bernie Sanders vince a mani basse nei caucuses democratici dell’Estremo Ovest degli Stati Uniti, dall’Alaska allo Stato di Washington alle Hawaii. Il senatore del Vermont intacca così il vantaggio di Hillary Clinton in termini di delegati nella corsa alla nomination democratica, anche se il margine dell’ex first lady resta molto largo: Sanders ha ora superato i mille delegati, ma la Clinton ne ha già circa 1750 dei 2.383 necessari per garantirsi la nomination. Come vittorie negli Stati, l’ex first lady è ferma a 18, il senatore ora ne ha 14.
Lo Stato di Washington aveva 101 delegati in palio, contro i 25 della Hawaii e i 16 dell’Alaska, tutti assegnati proporzionalmente. Nello Stato di Washington, Sanders ha avuto quasi i tre quinti dei voti (oltre il 72%), contro neppure il 28% alla rivale; in Alaska, ha superato l’80% contro meno del 20%; alle Hawaii, ha superato il 70% contro meno del 30% alla rivale.
Le caratteristiche demografiche dell’Alaska e dello Stato di Washington, con presenze nere e ispaniche relativamente ridotte, e il fatto che Hillary vi abbia fatto poco campagna spiegano in parte il risultato. Inoltre, il sistema delle assemblee s’è finora dimostrato più congegnale al senatore che alla ex first lady.
D’altro canto, la presenza di Sanders in corsa sta facendo lievitare l’affluenza alle primarie, persino più alta di quella del confronto nel 2008 tra la Clinton e Barack Obama, coinvolgendo molto giovani e ‘liberal’.
“Stiamo seriamente intaccando il vantaggio di Hillary […] abbiamo un sentiero verso la vittoria”, è stato il commento di Sanders davanti a 8.000 supporter a Madison, in Wisconsin, dove le primarie ci saranno il 5 aprile. “E’ innegabile che siamo in un momento di spinta…E quello che vediamo è un’affluenza enorme: vincere significa anche coinvolgere la gente nel processo politico […] Vinciamo con i giovani, il futuro dell’America”, ha aggiunto Sanders, elencando i trionfi negli Stati del West dopo le disfatte subite nel Sud, conservatore e dove il voto dei neri pesa di più.
Ora il senatore punta su New York, il 19 aprile, dove la posta è di 247 delegati, ma dove Hillary viene data per favorita. Lo stesso dicasi per il 26 aprile, quando si vota in Pennsylvania, Delaware, Maryland, Connecticut e Rhode Island, con quasi 400 delegati in palio.