Quello che credo molti ancora non abbiano capito del genio di Elon Musk è che, fin dal primo post oltre di dieci anni fa, in cui annunciava la strategia di sviluppo di Tesla, l’obiettivo non era tanto quello di portare sul mercato mondiale la prima macchina elettrica di qualità ad un prezzo accessibile, quanto di minacciare di farlo in maniera così convincente, da costringere l’intera industria automobilistica ad adottare la propulsione elettrica di massa, per evitare il rischio di essere disrupted. In altre parole, la strategia articolata nei tre passi di sviluppo (1. Roadster, alti margini e bassi volumi; 2. Sedan, a minori margini e maggiori volumi; 3. Model 3, la macchina elettrica di massa), che molti elogiano come il perfetto modello di sviluppo di una startup ad alto tasso di capitale fisso investito, capace di competere con una delle più protette e potenti industrie del mondo, era precisamente pensata per forzare il nostro mondo a virare verso le macchine elettriche. Il fatto che, per il 2016 e il 2017, GM, BMW, Jaguar, Audi e Mercedes-Benz abbiano tutte annunciato il lancio delle loro vetture elettriche ad un costo inferiore ai $40k, è la piena rivendicazione della sua strategia. Ora, è vero che i colossi dell’auto dispongono di risorse finanziarie talmente vaste da potersi permettere anche di vendere sotto costo i loro modelli pur di tenere Tesla fuori dal mercato (e lo stanno già facendo), ma il processo innescato da Musk è ormai irreversibile. E questo basti per quel riguarda il suo obiettivo di forzare l’industria automobilistica a virare verso modelli più sostenibili di trasporto. Poi c’è l’altro suo obiettivo, che persegue tramite SpaceX, di portare un milione di esseri umani su Marte entro il 2050, per realizzare un backup sufficientemente auto-sostenibile della specie umana, nel caso fossimo così idioti da distruggere il pianeta in cui viviamo. Incredibilmente, anche questo piano è perfettamente “on schedule”. Altra storia. Stesso genio.
Perché Elon Musk di Tesla è un genio
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