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Carige, Monte dei Paschi, Popolare di Vicenza. Perché lo scudo di Cdp non eccita troppo la Borsa

L’iniziativa del governo volta a mettere in sicurezza le banche italiane con il varo di una soluzione di natura privatistica al problema dei crediti in sofferenza che non esclude, quando necessario, interventi nelle operazioni di aumento di capitale, almeno per ora non è bastata a contrastare l’ondata speculativa che si è abbattuta in borsa sui titoli degli istituti italiani.

I NUMERI

Complici anche le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, che davanti al Parlamento europeo ha sottolineato come la politica monetaria non può da sola evitare nuovi shock economici all’Europa, e del suo vice Vitor Constancio, che ha rimarcato il problema della bassa redditività delle banche, le principali borse del Vecchio Continente hanno chiuso in negativo, con Piazza Affari maglia nera proprio a causa della brutta performance del comparto bancario. Le più colpite dalle vendite sono state Mps (-8,09%), Banco Popolare (-7,55%) e Ubi (-6,27%), ma forti ribassi hanno interessato anche Unicredit (-5,92%), Bper (-5,91%), Carige (-5,24%), Mediobanca (-5,02%), Bpm (-3,94%) e Intesa Sanpaolo (-3,31%).

LE PAROLE

Le poche informazioni ufficiali diramate dopo il vertice di martedì a Palazzo Chigi tra il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e i vertici della Cdp e di alcune delle principali banche tra cui Intesa Sanpaolo e Unicredit, ha ingenerato ancora maggiore incertezza sul mercato. Sia dal punto di vista della struttura tecnica dello «scudo», che dovrà essere compatibile con la stringente legislazione comunitaria e i vincoli posti dalla Bce, sia sul piano dei tempi di realizzazione, considerato che il riferimento agli aumenti di capitale è stato letto dal mercato alla luce dell’imminente avvio della ricapitalizzazione della Popolare di Vicenza (interamente garantita da Unicredit ). In altre parole, la convocazione della riunione di emergenza di martedì scorso ha ulteriormente amplificato la percezione stessa dell’emergenza da parte degli investitori, dando ulteriore vigore all’attacco speculativo sui titoli delle banche italiane.

LO SCUDO

Eppure i contatti tra i vari soggetti coinvolti per arrivare in tempi brevissimi a una soluzione proseguono e, stando a quanto riferito da più fonti, già nei primi giorni della prossima settimana, se non già lunedì, potrebbe essere dato l’annuncio ufficiale del varo dello «scudo». Dal punto di vista tecnico, secondo quanto riferito dalle stesse fonti, la soluzione messa in campo dovrebbe passare per la costituzione di un veicolo unico, partecipato in maggioranza da soggetti privati (banche, fondazioni, investitori istituzionali, casse di previdenza), con la Cdp in un ruolo più defilato ma comunque di rilevanza, che potrà acquistare crediti in sofferenza attualmente in portafoglio alle banche italiane e sottoscrivere al contempo azioni emesse in occasione di aumenti di capitale delle banche.

GLI OBIETTIVI

L’operazione, viene spiegato, pur non essendo finalizzata ad agevolare il buon esito dell’aumento di capitale della Popolare Vicenza potrebbe comunque contribuire a rasserenare il clima sul mercato contribuendo a dare una soluzione al problema della riduzione dello stock dei crediti in sofferenza, che è percepito dal mercato come quella che più pesa sui conti e sulle prospettive degli istituti italiani. «Le istituzioni stanno lavorando molto intensamente a un’operazione che coinvolga soggetti privati», ha spiegato ieri l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, al termine del cda che ha prorogato al 10 maggio la garanzia sull’aumento della Vicenza. «Noi la guardiamo con favore se il beneficio non sarà per una banca o due, ma per l’intero sistema bancario italiano», ha aggiunto il banchiere, «Se può dare le risposte che il mercato si aspetta sul sistema bancario italiano, la guardiamo con favore».

I CASI

Oltre a facilitare il buon esito dell’aumento della Popolare di Vicenza e, successivamente, di Veneto Banca, il varo del fondo potrebbe contribuire anche alla sistemazione di altre partite importanti nello scacchiere bancario, da Monte dei Paschi a Banca Carige, ma potrebbe soprattutto consentire al sistema bancario nel suo complesso di alleggerirsi dello stock di crediti deteriorati, agevolando così l’erogazione di nuovi prestiti.

(Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)



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