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Semplificazione e interventi a favore delle imprese per far ripartire il Lazio. Parla Zingaretti

Le tasse locali costituiscono spesso una zavorra per le imprese. La Regione ha allo studio o ha già attuato misure per sostenere la nascita di nuove imprese?

La Regione in questi tre anni ha messo in campo misure importanti a sostegno del tessuto imprenditoriale del Lazio. A partire dall’operazione che abbiamo avviato nel 2013, a inizio mandato, per pagare i debiti pregressi. Con l’anticipazione di liquidità, richiesta al Governo tramite i principali decreti destinati ai pagamenti della PA, il Dl35 e il Dl66, siamo riusciti in tre anni a saldare 9,4 mld di euro, ridando ossigeno anche alle imprese penalizzate da anni di mancati trasferimenti.

Sul fronte fiscale, il Lazio ha previsto, all’interno dell’ultima legge di Stabilità regionale, un fondo per le startup da un milione di euro per ogni annualità del triennio 2016-18 che consentirà un importante alleggerimento, oltreché il rimborso dell’IRAP nei primi due anni di vita dalle startup innovative del Lazio iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese. Un gesto simbolico che però testimonia un’attenzione viva della Giunta verso il tema della tassazione locale.

Abbiamo inoltre attivato importanti servizi come GeCoWeb, un portale telematico che permette alle imprese di ricevere informazioni e accedere ai bandi 24 ore su 24 e con la programmazione europea 2014-2020 ci sono altri 100 milioni destinati proprio al sostegno di nuove imprese.

Eravamo una regione sull’orlo del default finanziario: ora siamo fuori dall’emergenza. Per la prima volta abbiamo certificato nel 2015 l’equilibrio di bilancio. Anche i conti della sanità, che hanno drenato per anni risorse alle politiche per lo sviluppo, sono finalmente in ordine. Per questo, possiamo guardare in prospettiva con ottimismo all’obiettivo della riduzione della pressione fiscale su cittadini e imprese.

Semplificazione, sviluppo e riqualificazione del territorio. Quali sono i progetti futuri della Regione Lazio?

Sono tanti gli interventi di semplificazione che stiamo portando avanti e che avranno un impatto per le imprese. L’accorpamento delle sei società che si occupavano di sviluppo economico in un’unica società, Lazio Innova, oltre a produrre risparmi per l’amministrazione regionale, significa, per le imprese, potersi confrontare con un interlocutore unico e qualificato per i bandi e le opportunità di crescita. Per quanto riguarda lo sviluppo e la riqualificazione del territorio, un atto fondamentale è stato il Piano paesistico regionale approvato dalla Giunta per la prima volta dopo diciassette anni di attesa. Un passo in avanti verso la cura dei territori che prelude a un altro atto decisivo, come l’approvazione del testo unico dell’urbanistica, anch’esso atteso da ben 17 anni. Il Lazio, con il PTPR, si pone all’avanguardia in Italia negli strumenti operativi per la tutela e il rilancio delle bellezze paesaggistiche. Un ulteriore strumento che consentirà di far crescere anche le aree più disagiate della nostra Regione è la Strategia nazionale aree interne contenuta nella nuova programmazione europea. Nel Lazio sono state individuate quattro aree interne – la Valle del Comino, i Monti Reatini, l’Alta Tuscia-Antica Città di Castro e i Monti Simbruini – su cui si punterà per un rilancio attraverso un progetto concordato con le realtà locali penalizzate dall’alto indice di spopolamento e la lontananza dai servizi. E poi c’è il grande capitolo dell’agroalimentare, una grande risorsa per una regione come il Lazio e il più importante presidio per la difesa e per la valorizzazione dei territori. Sul nuovo Psr abbiamo a disposizione 780 milioni di euro: 77 milioni in più rispetto alla precedente programmazione, una grande opportunità di rinnovamento e di rilancio per il settore agroalimentare del Lazio e per la difesa delle sue bellezze paesaggistiche.

Le smart city stanno assumendo un interesse crescente anche in Italia. Come la Regione Lazio interviene sul tema dell’innovazione?

L’innovazione è uno dei pilastri su cui stiamo ricostruendo il Lazio. Abbiamo iniziato a farlo partendo dall’amministrazione regionale, dove abbiamo portato novità di grande impatto, come la fatturazione elettronica o l’utilizzo degli open data. Ma in questi anni abbiamo lanciato anche una sfida più ampia, che coinvolge le imprese, le intelligenze, il mondo della ricerca e della creatività. Abbiamo enormi potenzialità da sviluppare, e il settore pubblico deve dare una spinta decisiva per far emergere la qualità che la nostra regione esprime. Molto abbiamo già fatto, anche grazie a una straordinaria azione di recupero dei fondi europei. Penso per esempio, proprio sul tema delle smart cities, al lavoro fatto sui Piani Locali Urbani di Sviluppo (PLUS): grazie a una ricognizione delle economie generate dagli interventi finanziati, abbiamo stanziato 9 milioni finalizzati allo sviluppo di applicazioni ICT e smart cities (wi-fi, paline multifunzionali, app per turisti, mobilità sostenibile, raccolta differenziata informatizzata). Interventi tutti realizzati in tempi record, che hanno contribuito a rendere più funzionali e più belle tante città del Lazio.

Un altro esempio importante è il processo di efficientamento degli edifici pubblici: abbiamo già realizzato grazie all’impiego di otre 50 milioni di euro di fondi europei, 155 interventi di efficientamento in scuole, asilo, palestre, sedi di enti pubblici. Grazie a questi interventi, produciamo un risparmio annuo di 4,1 milioni di euro di spesa pubblica e, allo stesso tempo, risparmiamo in totale 2 mila tonnellate di Co2 annue. Con la nuova programmazione proseguiamo nell’impegno a rendere più sostenibili e meno costosi gli edifici pubblici del Lazio.

Lo sforzo dell’innovazione deve infine investire il tessuto produttivo: vogliamo stimolare la crescita di un’industria che sia attenta all’ambiente, ma che anche sia in grado di offrire servizi e tecnologie per permetterci di avere una regione complessivamente più smart e più efficiente. Questo è uno degli obiettivi del processo di reindustrializzazione, per il quale in questa prima fase di raccolta di idee progettuali dal territorio attraverso la call for proposal abbiamo visto che circa 16 proposte sono riconducibili al tema smart cities e ICT. Esigenze importanti a cui risponderemo con bandi per 150 milioni complessivi che concorreranno in parte anche a sostenere i progetti di smart cities e che inizieremo a stanziare dalla prossima estate.

Quello della riduzione dei tempi di pagamento ai fornitori della pubblica amministrazione è uno dei punti del Manifesto delle buone relazioni tra territori ed imprese di I-Com. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel Lazio, occorrono in media 118 giorni prima che la Pubblica amministrazione saldi i propri debiti commerciali nei confronti delle imprese. A questo proposito quali sono le azioni messe in campo dalla Regione?

Il tema dei pagamenti dei debiti pregressi, inclusi quelli alle imprese, come le dicevo, è un stato un obiettivo prioritario di questa Giunta già dall’inizio del mandato. Oltre allo stock di debito commerciale che gravava sulla nostra Regione siamo riusciti ad abbattere anche i tempi di attesa per i pagamenti ai fornitori. Grazie all’iniezione di liquidità immessa nel tessuto economico, oggi paghiamo entro l’anno mentre prima l’attesa era di 1000 giorni (nel settore sanitario in 60 giorni) mentre con la fatturazione elettronica la Regione effettua i pagamenti di fatture per servizi resi in 30 giorni. Ma ciò che è più importante è che l’immissione di liquidità nel sistema ha prodotto uno shock positivo nella nostra economia, come ci ha confermato recentemente anche uno studio del preside della facoltà di Economia de La Sapienza, professor Giuseppe Ciccarone. Il motore del Lazio non va ancora a pieni giri. Ma si è riacceso: +1,4% di Pil nel 2014; aumento dell’occupazione; balzo del +14% nell’export; ritorno degli investitori internazionali, che vede il Lazio sul podio in Italia con Lombardia ed Emilia, con oltre 10mld di investimenti. C’è tanto ancora da fare, ma il Lazio vuole contribuire con un ruolo da protagonista a far ripartire l’Italia.



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