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Lucio Caracciolo e monsignor Viganò disquisiscono di demografia, religione e cinema

Lucio Caracciolo

Conflitto centro-periferia, diatriba Stato-Chiesa, querelle felliniani-non felliniani. Si è discusso anche di questo nel corso della presentazione dell’ultimo libro di  Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio ed ex ministro nel governo Monti, Periferie. Crisi e novità per la Chiesa edito da Jaca Book.

(LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO VISTA DA UMBERTO PIZZI)

“Parlando del conflitto centro-periferia – afferma monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della segreteria per la Comunicazione della Santa Sede -, pur non avendo competenza sociologica alcuna, è impossibile non citare film che hanno rappresentato la fatica nella vicinanza tra Chiesa e povertà: Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, Padre Daens di Stijn Coninx, Piovono pietre di Ken Loach, Corpo celeste di Alice Rohrwacher“. Risponde Lucio Caracciolo, direttore di Limes, tra una disquisizione e una chiosa su flussi migratori e demografia quantistica: “A volte le periferie non sono quei territori recintati, abbandonati e poco influenti, ma sono anche centro di ricchezza e potere non come descritto nel cinema neo-realista”.

(CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI RICCARDI. TUTTE LE FOTO)

Ancora qualche punzecchiatura sulle comunità, in senso lato, come quella fondata dall’autore del libro. Monsignor Viganò si è soffermato anche in una lettura storica del libro che si intreccia con le fasi autoritarie attraversate dal cristianesimo. “Papa Francesco viene dalla periferia e ha scelto le periferie come ascisse e ordinate per costruire la Chiesa sul territorio. In questa fase le comunità possono e devono fare tanto”. Caracciolo alla parola comunità dà un’interpretazione più ampia: “Siamo sicuri che le comunità siano un vettore di integrazione? – si chiede il direttore della rivista geopolitica -. Cosa resta delle comunità europee in seguito ai fenomeni migratori in corso, oltre che le lingue parlate in tutto il mondo? Già parlare di comunità denota un auto-centrismo fondato sulla percezione che la nostra sia una comunità diversa rispetto al resto del mondo – continua Caracciolo -. Con le barriere fisiche e mentali si creano periferie che diventano ghetti e i ghetti non sono altro che miserrime periferie”.

(LA GALLERY FOTOGRAFICA FIRMATA DA UMBERTO PIZZI)

E allora Caracciolo ha continuato sulla – disastrosa – scia degli ultimi dati demografici “che devono essere presi più seriamente delle previsioni economiche”. E così ha parlato della crescente urbanizzazione – “nel 2030 il 60% delle persone vivranno in città” -,  delle crescenti disuguaglianze demografiche – “In Europa, Ucraina e Russia comprese, siamo 700 milioni, in Africa 1 miliardo e 100 mila” -, delle previsioni sulla popolazione – “A fine del secolo saremo 11 miliardi di persone circa di cui solamente 630 milioni in Europa” -. Insomma un ecatombe, per noi europei.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, giunto in ritardo e di fretta, ha detto: “Essere buoni cittadini significa anche avere comportamenti benevoli nei confronti del prossimo, e ancor di più nel confronti dell’emarginato e del periferico – ha affermato il ministro -. La politica non deve mai scordarsi di mettere al centro l’uomo, scartando l’autoreferenzialità. Da cristiano cattolico poi, condivido la posizione di Riccardi sul giusto approccio che la Chiesa di oggi sta avendo nei confronti delle periferie esistenziali e geografiche nel mondo”.

Monito simile anche da monsignor Viganò: “Come Davide contro Golia si è dovuto togliere l’armatura per combattere meglio, anche la Chiesa deve spogliarsi della propria sovrastruttura per liberarsi, sbloccarsi. È importante avere una capacità di discernimento per avere 5 pietre da lanciare a Golia necessarie per abbattere la sovrastruttura”.

Un po’ in defilato al tavolo degli ospiti, ha ascoltato i commenti anche l’autore del libro, Riccardi.

(QUI TUTTE LE FOTO DI UMBERTO PIZZI)


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