Al centro solamente il programma. Si corra insieme agli altri o da soli, non conta. E’ questo quello che ribadisce il leader di Fare per Fermare il declino, Oscar Giannino, nel suo post di fine anno.
Il movimento fondato da Giannino e da altri intellettuali liberisti ha presentato oggi in conferenza stampa il simbolo che comparirà sulle schede elettorali e i candidati per le 27 circoscrizioni della Camera e le 20 del Senato. Nessuna alleanza, perché dai centristi non è arrivata alcuna risposta sulla disponibilità a collaborare e lavorare insieme per l’agenda di governo.
“La nascita pochi giorni fa dell’iniziativa di Monti mi ha obbligato a un ultimo tentativo. Perché fosse evidente a chiunque che non siamo chiusi ad alcuna verifica programmatica, visto che Monti aveva annunciato un’agenda in cantiere”, ha scritto Giannino. Ecco le richieste inevase: “Ho fatto presente che per noi restava irrinunciabile l’abbattimento del debito attraverso dismissioni pubbliche, i 6 punti di Pil di spesa pubblica e i 5 punti di pressione fiscale in meno in 5 anni, come lo scioglimento dei conflitti d’interesse, il riorientamento del welfare per giovani e donne, liberalizzazioni decise, il merito a cominciar dalla PA e una profonda revisione del perimetro pubblico. Ora, il tempo è finito. Nessuna risposta è venuta. Credo sia giusto così”.
“Evidentemente – ha aggiunto Giannino – il nostro programma è giudicato troppo chiaro e preciso, da parte di chi ha l’abitudine di tenersi le mani libere. Vale anche per Monti. A dirlo non sono io, è il suo silenzio. Un premier non eletto doveva essere ancor più chiaro di altri – ha chiuso duramente Giannino -. Noi abbiamo scelto restare soli”.
Il giornalista però ha ammesso il suo disappunto. “Provo per questo una grande amarezza, perché resto convinto di un’impostazione elettorale maggioritaria”.
La base degli iscritti e i simpatizzanti di Fermare il declino però sono tutti dalla sua parte. Dalla lettura dei commenti sul sito del movimento emerge l’apprezzamento per la battaglia solitaria fatta di linguaggio chiaro, obiettivi precisi e volontà di tagliare ogni tipo di legame con la vecchia politica.
Certo, correre senza alleanze non sarà facile. “So per primo che l’obbrobrioso Porcellum rende il nostro tentativo molto difficile”, ha sottolineato lo stesso Giannino, che nell’intervista al Corriere della Sera realizzata sempre il 31 dicembre, ha fatto presente che “la verità è che, grazie a questo schifo di legge elettorale che ci ritroviamo, o riusciamo a fare un 4% alla Camera o in tre regioni dovremmo essere bravissimi a superare l’8%. In caso contrario, la nostra sarà stata un’operazione di pura testimonianza”.