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Il “Mondo Nuovo” di Domenico De Masi

Con un discorso arricchito di citazioni appropriate da Galeano alla Allende, Domenico De Masi ha ringraziato gli alti rappresentanti dell’Ambasciata del Brasile e i presenti, per l’assegnazione della Medaglia “Jorge Amado”, nello splendido Palazzo affacciato su Piazza Navona.
In queste poche righe vorrei raccontare l’emozione intensa provata nell’ascoltare, nelle parole del premiato, l’essenza della cultura brasiliana; quella cultura capace di sorridere anche nelle avversità e che rappresenta per De Masi un modello di vita al quale occorre fare costante riferimento.
Se la cultura è il lato più maturo della società, allora l’insigne sociologo si posiziona proprio al centro sia per la sua carriera, sia per le sue straordinarie doti comunicative capaci di arrivare al cuore del problema e delle persone.
De Masi è l’esperienza fatta persona; egli riesce sempre a coniugare con saggezza i pilastri della società, fornendo sempre risposte oculate e piene di sentimento.
Lo stesso sentimento con cui il Brasile si identifica e si caratterizza. A questo riguardo, il maturo studioso molisano supera in un attimo distanze e frontiere e diviene immediatamente parte integrante di questo “posto” nel mondo nel quale la forza e il coraggio sopravvivono alle ingiustizie della storia. E così il sacrificio degli Indios viene raccontato con delicatezza e rispetto, lasciando spazio ai brividi di dolore e rabbia per gli orribili crimini da parte di esseri che con fatica possono definirsi umani.
La letteratura evocata diventa la strada maestra capace di lasciare testimonianza ai posteri o ai contemporanei; quella letteratura che tutto avvolge in un alone di sentimento e passione come le malinconiche canzoni suonate spesso con la sola voce di una chitarra capace di parlare il linguaggio dell’anima.
In “Mappamundi” (opera straordinaria sulla quale mi sono già soffermato), De Masi ci ha condotto in mondi lontani e vicini, attingendo proprio al sapore delle culture diverse. Siamo in una fase della storia davvero complessa. Abbiamo potenti mezzi a disposizione per sentirci attraverso una connessione virtuale a Rio De Janeiro (di cui De Masi è cittadino onorario), ma non siamo così capaci di apprezzare e gustare i sapori di territori autentici e ancora dalla parte della gente e sollevati dalla stessa gente. Anche il Brasile alla vigilia delle Olimpiadi si trova con tutte le contraddizioni di un paese costantemente sotto prova (basta accennare alla recente cronaca) e considerato ancora in via di sviluppo.
Parafrasando Goethe si potrebbe dire che senza il Brasile non ci si può fare un’idea del mondo, poiché è la chiave di tutto; De Masi come un vero Linceo ha la capacità di andare oltre, poiché riesce a vedere oltre e sa bene che dove tutto inizia non può mai finire e la sua “Memoria del Luogo” ci consente di prendere aerei mentali e occhiali speciali per vedere da vicino il senso delle vite illuminate dal sorriso da chi non si arrende di fronte alle grandi difficoltà, entrando nella storia ad occhi aperti.


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