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Milano, Angelo Scola e le mosse di Papa Francesco

Si chiama Gianmarco Busca, ha 50 anni ed è il nuovo vescovo scelto da Papa Francesco per guidare la diocesi di Mantova succedendo al martiniano Roberto Busti, dimissionario dall’anno scorso al compimento dei 75 anni. La nomina tratteggia le scelte di Jorge Mario Bergoglio in tema di episcopato: professori di seminario (in questo castello di teologia dogmatica) con un po’ di esperienza parrocchiale.

Con Busca, bresciano di Edolo, perde rilievo la tradizione di assegnare alle diocesi lombarde vescovi provenienti da Milano. Prima era quasi automatico: un periodo da vescovo ausiliare con Carlo Maria Martini (Busti lo sa), poi al momento opportuno la promozione nella Bassa. Ora tutto questo è saltato ed è di fatto un altro smacco per Angelo Scola, il cardinale arcivescovo di Milano sulla via del pensionamento tra qualche mese.

La scelta di Bergoglio da un lato cambia le carte in tavola, ma dall’altro crea un problema alla gloriosa arcidiocesi della Madunina: con quattro ausiliari da lasciare in eredità al suo successore, Scola per certi versi gli lega le mani. E gli lascia nell’ordine: Il Vicario generale Mario Delpini (classe 1951), Franco Maria Giuseppe Agnesi (1950), il cappuccino Paolo Martinelli (1958) e Pierantonio Tremolada (1956).

Che dal settembre dell’anno scorso, con le nomine del Papa a Lodi, Pavia, Cremona, Mantova, hanno visto ridursi le possibilità di promozione. Restano ancora da sostituire Como (monsignor Diego Coletti, classe 1941) e Brescia (Luciano Monari) l’anno prossimo. Poco spazio e se i criteri papali resteranno quelli attuali ci sarà ben poco da sperare per i quattro ausiliari di Scola.

Per finire. La recente nomina di padre Francesco Patton (nessuna parentela col generale yankee, lui è trentino) alla guida della Custodia di Terrasanta, la provincia dei Francescani che sin dal ‘200 si occupa di accogliere e assistere i pellegrini cristiani ai Luoghi Santi, ha acceso l’interesse sul Custode uscente, padre Pierbattista Pizzaballa, indicato come «papabile» alla successione a Scola. Bergamasco da Cologno al Serio, 50 anni appena compiuti il 21 aprile 1965, è un biblista ed è stato in Terrasanta dal 2004 al 2016. Anni difficili nei quali padre Pizzaballa non si è fatto remore nel colloquiare con chiunque, Hamas compreso. Dichiarazioni che spiegò all’Ambasciata americana in Vaticano dicendo (cablo 06VATICAN115_a del 20 giugno 2006) che i suoi contatti con Hamas fossero semplicemente «una questione di sopravvivenza», chiarendo come dovendo colloquiare con varie autorità sui problemi tecnici legati alla manutenzione dei Luoghi Santi d’Israele e Palestina, tali contatti con Hamas fossero inevitabili; ma non di natura politica o diplomatica. E gli americani lo assolsero: «Alcune fonti ci hanno detto che Pizzaballa è ‘l’ultima persona al mondo che voglia difendere Hamas’».

(Estratto di un articolo pubblicato su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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