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Chi c’è dall’altro capo del filo? Breve riflessione sul centesimo libro di Andrea Camilleri

Un libro salva la vita. Sembra uno slogan ma la realtà spesso ci fa conoscere autentici episodi dallo sfondo cinematografico.
Ripenso alla storia di un barbone, di un ultimo che attraverso la lettura riesce ad entrare in un’altra dimensione; le pagine diventano immediatamente compagne di strada e mentre dieci milioni di italiani sono al riparo in una casa a vedere il Montalbano televisivo, lui sfoglia le avventure del Commissario su carta, in un piccolo volume che contiene bellezza. Ne sarà felice Andrea Camilleri, giunto al traguardo del centesimo libro, di avere un lettore così speciale, perché la missione di un autore è quella di arrivare proprio a tutti, a raggiungere i più lontani e dare una possibilità a chi è rimasto indietro. E Camilleri riesce sempre ad essere seguito da chiunque e in qualunque circostanza. Una magia assoluta, un patrimonio per questa nostra Italia che ha bisogno di ottimi esempi.
Anche i “social” hanno capito l’importanza di divulgare la buona notizia; poi, però, tutto passa e si dimentica. E dall’altro capo del filo sembra non esserci più nessuno. E le notizie non fanno più notizia, perse nella nebbia della dimenticanza della velocità.
Come ci ricorda Salvatore Silvano Nigro nella bandella della centesima opera di Camilleri “Con quanta velocità è concesso di leggere la lentezza della sacra rappresentazione dell’esodo di una umanità straziata, tradita dalla storia e offesa dalle politiche del sospetto e dell’egoismo?”

Quell’uomo ha un suo passato, il presente che conosciamo e il buon futuro che gli auguriamo. Walter colpisce per la sua voglia di “voltare pagina” e per questo ne parliamo ancora.
Con un cartone come letto, con la testa appoggiata ad una fioriera e con la luce delle vetrine, egli diventa un lettore di strada con un pensiero anche agli altri. Non avendo una casa anche i libri in regalo da parte del prestigioso autore e dalla casa editrice non saprebbe dove metterli, ma intende lasciarli comunque a disposizione per altri che come lui scelgono la lettura alla disperazione. E un personaggio degno del miglior Jannacci o Gaber. Persone così meritano davvero attenzione; chissà quante cose avrebbe da raccontare. A due passi dal Duomo la vita scorre frenetica e tutta questa velocità impedisce di fermarsi a guardare. Miracolo a Milano si potrebbe dire! Miracolo perché ci siamo fortunatamente accorti di un lettore straordinario; e come non pensare alle lucide parole di Umberto Eco che in questo caso assumono un nuovo e toccante significato ” Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.
Walter ha scelto di vivere altre vite, riuscendo ad essere più forte “nello sbadiglio immenso di Milano” per dirla con Paolo Conte, mentre la nebbia si dirada, donandoci un nuovo amico che ci sembra di conoscere da tempo. E forse dall’altro capo del filo c’è ancora l’umanità che resiste. Malgrado tutto, direbbe Sciascia. Mentre Camilleri riesce a stupire, per la centesima volta. E lo dice bene lo stesso Nigro “I cento libri di Camilleri sono un ricco e godurioso giacimento di lingua e di motivi narrativi, continuamente riattivato dalle ristampe. Sono libri che non stanno fermi. Non muoiono. Continuano a vivere dentro lo spazio ecumenico predisposto per essi dalle traduzioni in quasi tutte le lingue del mondo, e dalle trasposizioni cinematografiche. Il numero cento non cancella le novantanove unità che lo precedono. Convive con esse. Ed è questa convivenza che fa dell’episodio un evento unico e prodigioso”.


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