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Usa 2016, cosa succede tra Hillary Clinton, Bernie Sanders e Barack Obama

Hillary Clinton ha già fatto storia: è diventata la prima donna in corsa verso la Casa Bianca. Dopo 10 dibattiti, 27 giornate di campagna elettorale e 212 milioni di dollari spesi nella prima fase, l’ex first lady ha raggiunto il numero di delegati necessari per ottener la nomination del Partito Democratico. La sua candidatura ha il supporto ufficiale del presidente Barack Obama, che in un video ha dichiarato: “I’m with her”. Ora la candidata si prepara per un’altra sfida: la campagna elettorale contro il candidato repubblicano, Donald Trump.

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L’ALLEANZA CON SANDERS

Per un anno, il senatore del Vermont ha combattuto contro la disuguaglianza che trova spazio tra i più giovani: il 71 per cento degli elettori under 30, senza lavoro fisso e con un debito alle spalle, contratto per pagarsi gli studi, ha votato a favore di Sanders. Come può, ora, questa stessa fetta di elettorato sostenere la Clinton?

Finora Bernie Sanders non ha riconosciuto ufficialmente la sconfitta. Il senatore del Vermont è ancora tecnicamente in corsa, nonostante la Convention di fine luglio, a Philadelphia, nominerà ufficialmente Hillary candidata democratica. Sanders, tuttavia, ha avuto un incontro con Obama, alla fine del quale si è espresso in maniera più conciliante e flessibile sulla possibilità di lavorare insieme alla Clinton per vincere le elezioni, a novembre, contro Trump. “Sono impaziente di incontrare Hillary Clinton prossimamente e vedere come possiamo sconfiggere insieme Donald Trump e creare un governo che ci rappresenti tutti […] Nella mia mente, come in quella di gran parte degli americani, Donald Trump sarebbe un disastro come presidente”, ha aggiunto Sanders.

L’IMPEGNO DI OBAMA

Mercoledì scorso, Obama ha espresso la speranza di trovare un accordo entro due settimane. Nel programma televisivo The Tonight Show ha detto che “è stato salutare per il Partito Democratico avere delle primarie così contese […] Credo che Bernie Sanders ha apportato una quota enorme di energia e nuove idee, che hanno fatto di Hillary una candidata migliore”.

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Obama è impegnato ad allineare i democratici dietro alla candidatura di Hillary. Il presidente americano non vuole forzare i sostenitori di Sanders – seguaci della “rivoluzione politica” da lui promossa –  per lo più giovani che diffidano di Hillary perché rappresenta l’establishment che vogliono combattere. Quello che fa il tifo per Sanders è un elettorato dotato di una grande forza: si tratta di circa 12 milioni di elettori che hanno partecipato alle primarie democratiche.

IL PESO DEI GIOVANI

I giovani del Partito democratico sostengono Sanders più di quanto abbiano fatto con Obama otto anni fa. Sanders ha ottenuto 43 punti in più rispetto a Clinton tra gli under 30. Secondo un sondaggio del Gallup, però, il 65 per cento dei giovani guarda favorevolmente anche alla gestione di Obama, il che significa 14 punti in più rispetto agli elettori comuni e 25 punti in più rispetto agli over 65. Da qui il ruolo di Obama: convincere i giovani democratici a votare per Hillary.

GLI ANALISTI

Brian Arbour, professore dell’Università Cuny di New York, sostiene che l’obiettivo di Sanders potrebbe essere approfittare del peso che ha guadagnato in questa campagna elettorale per spingere il Partito democratico verso sinistra: “Sanders vuole un cambiamento nel Partito Democratico […] quanto più peso avrà per prendere decisioni, più ricettivo sarà il partito verso le sue idee per il futuro. Potrebbe succedere che un gruppo di giovani democratici cominci ad adottare e lottare per le proposte che Sanders ha difeso”.

Secondo Neil Sroka, direttore della comunicazioni dell’organizzazione Democracy for America, “l’allineamento del partito dietro Hillary Clinton dipenderà della forma secondo cui  lei si approprierà della rivoluzione politica e delle problematiche progressiste che hanno definito la campagna di Sanders”. In questo modo Hillary potrebbe ottenere più voti e vincere le elezioni contro Trump.


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