E’ l’ultimo grande social network a non avere ancora tentato le acque tumultuose dei mercati finanziari, ma secondo alcuni analisti avrebbe tutte le ragioni per farlo. Twitter, il sito ormai utilizzato anche dai capi di Stato e dal Papa, oltre che da milioni di utilizzatori, per condividere i propri pensieri, vale infatti circa 11 miliardi di dollari secondo Max Wolff di Greencrest. La società di analisi in realtà, in passato, è stata fra quelle che aveva grandemente esagerato il valore sia di Facebook sia di Zynga, che dal momento del loro sbarco in borsa hanno perso rispettivamente la metà e i tre/quarti della propria quotazione di Borsa.
Insomma, i creatori di bolle e tavolta di balle tornano a galla.
Tuttavia, osserva Wolff, a giudicare dall’andamento delle quotazioni non ufficiali del titolo sul mercato secondario, al momento Twitter è in forte richiesta e il suo valore complessivo è appunto salito a 11 miliardi di dollari contro gli 8 di fine 2011. Rispetto ad altri social network, Twitter sta peraltro spingendo da tempo su varie iniziative per monetizzare la propria immensa popolarità e questo lascia ben sperare per una generazione significativa di ricavi e utili nel medio-lungo termine.
Secondo Greencrest, Twitter, che pareva aver abbandonato l’opzione Ipo dopo i disastri delle concorrenti, potrebbe ora tornare sui suoi passi e tentare il grande passo o entro la fine del 2013 o nei primi mesi del 2014. Wolff fa rilevare come da qualche tempo Twitter stia rafforzando significativamente la propria struttura dirigenziale e questo sembra essere un passo propedeutico alla quotazione. Il co-fondatore di Twitter, Jack Dorsey, ha più volte accennato all’ipotesi di Ipo nel passato ma ha spiegato che questo avverrà solo quando il social network sarà pronto per il grande passo e solo se questo avrà senso da un punto di vista strategico. La quotazione in sé, in sostanza, non rappresenta un obiettivo valido.