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Tra Brexit e razzismo, Trump perde colpi e punti nei sondaggi

Sondaggi disomogenei, nella corsa alla Casa Bianca: per alcuni rilevamenti, Hillary Clinton prende il volo su Donald Trump; per altri, il vantaggio dell’ex first lady sul magnate dell’immobiliare resta contenuto. La Brexit può avere un peso sui risultati: dopo il referendum britannico, gli americani sono più preoccupati e sono più inclini ad affidarsi all’esperienza che alla turbolenza.

Tanto più che lo showman inanella dichiarazioni incendiarie: dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, preconizza quelle di Francia, Spagna e Italia, definendo – in un’intervista a La Stampa – “irrilevante” l’appoggio alla rivale di Matteo Renzi.

L’ultimo sondaggio di Washington Post e Abc vede la Clinton avanti di 12 punti, 51 per cento a 39 per cento, e ricalca l’indicazione Reuters/Ipsos, con l’ex first lady avanti di 13 punti. Ma Wall Street Journal e Nbc danno Hillary in vantaggio di soli cinque punti: 46 per cento a 41 per cento, posizioni relativamente stabili rispetto a un mese fa – Trump perde due punti – .

Mentre la Clinton va al Gay Pride di New York e consolida la sua popolarità nella comunità Lgbt, una buona notizia le arriva dalla popolarità del presidente Barack Obama, mai così alta da maggio 2011: il presidente s’è da poco impegnato a fare campagna per l’ex first lady. Per WP/Abc, l’indice di gradimento di Obama è al 56% per cento il massimo dall’uccisione di Osama bin Laden, capo di al Qaida e mente degli attacchi all’America dell’11 settembre 2001.

Il rilevamento WP/Abc mette in evidenza un diffuso e crescente disagio dell’elettorato americano nei confronti di Trump, anche di una parte dell’elettorato conservatore (circa un terzo) che non ne condivide la retorica aggressiva.

Non piace alla maggioranza degli americani che il magnate gestisca le posizioni di politica estera mentre cura i suoi affari, tipo le uscite sulla Brexit mentre era in Scozia per inaugurare un golf club di sua proprietà.

Così circa due americani su tre ritengono che Trump non è qualificato per guidare il Paese, tremano all’idea che possa diventare presidente, non condividono le sue affermazioni su donne, minoranze e musulmani. In molti lo ritengono razzista, soprattutto riferendosi alle affermazioni sui messicani.

(post tratto dal blog di Giampiero Gramaglia)

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