Che il termine agenda sia ormai inflazionato, è indiscutibile. Dopo l’Agenda Monti e l’Agenda Bersani, arriva anche l’Agenda Grillo. Il comico genovese riprende così l’etichetta che sta “spopolando” nel dibattito politico italiano per proporre quella del Movimento 5 Stelle.
In un articolo pubblicato sul suo blog, Beppe Grillo ha illustrato l’agenda, l’unica in grado di far uscire il Paese dalla spirale recessiva, dice. “Con altri cinque anni di montismo e della sua agenda c’è l’assoluta sicurezza del fallimento economico senza ritorno dell’Italia”, ha scritto Grillo.
Grillo ha elencato i punti più importanti del programma del Movimento 5 Stelle, come la legge anticorruzione, il reddito di cittadinanza, l’abolizione dei contributi pubblici ai partiti (retroattivi da queste elezioni), l’abolizione immediata dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali e l’introduzione del referendum propositivo e senza quorum e di quello sulla permanenza nell’euro.
In più, compaiono anche l’obbligo per il Parlamento di discutere e votare in modo palese ogni legge di iniziativa popolare; l’istituzione di una sola tv pubblica, senza pubblicità e indipendente dai partiti; l’elezione diretta dei candidati alla Camera o al Senato; l’istituzione di un “politometro” per la verifica di arricchimenti illeciti da parte della classe politica negli ultimi vent’anni; il limite ai mandati, massimo due elettivi e la legge sul conflitto di interessi.
Infine, il comico ha inserito anche l’introduzione di misure per le piccole e medie imprese sul modello francese, il ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica con tagli alle Grandi Opere Inutili come la Tav, l’informatizzazione e la semplificazione dello Stato e l’accesso gratuito alla Rete per cittadinanza.
I commenti dei grillini
L’agenda Grillo piace agli iscritti del suo movimento, anche se molti fanno notare come sia ancora piuttosto scarna e da arricchire con altri punti programmatici. Dalla lettura dei commenti al suo articolo, emerge, ad esempio, la richiesta proveniente da più militanti di misure per limitare e ridurre le agevolazioni fiscali in favore del Vaticano o qualcuno, come Antonio Rossi, che chiede l’abrogazione del Concordato. Secondo Mauro Caputo mancano diverse cose che potrebbero generare cassa per lo Stato, come l’abrogazione della legge Gasparri, con immediata asta delle frequenze, la regolamentazione della prostituzione e delle droghe leggere. Mancano poi, fa notare Marcello Silvestri, la previsione di un tetto per le pensioni d’oro e le disposizioni per il rilancio del turismo, dell’arte e della cultura.
C’è da segnalare poi che se qualche simpatizzante apprezza l’articolo di Grillo perché “guarda avanti e non solo con attacchi a testa bassa” come quelli dei giorni precedenti, qualche altro (come Paolo M.) fa notare come si tratta più che altro di “libro dei sogni, perché non si dice nel concreto come realizzare” i vari punti programmatici.
L’apertura alla rete comporta anche questo: tutto diventa oggetto di discussione e dibattito.