“Brexit può essere catastrofica. Se il Regno Unito esce velocemente dall’Ue e parallelamente fa gli accordi commerciali, ritorna tutto rapidamente come prima. Ma se prevale il tentennamento attuale si possono creare danni veramente ingenti”. A pronunciare queste parole non è un cigno nero dell’economia, né un politico che vuole sfruttare l’onda per recuperare consenso all’indomani dell’esito referendario britannico, ma un imprenditore italiano che dal clima che si respira in Inghilterra ha solo da perdere. Anzi, ha già perso.
COMMESSE LONDINESI A RISCHIO
“Come ci aspettavamo, le conseguenze di Brexit sono immediate anche per noi che abbiamo commesse già avviate a Londra”, dice Paolo Castelli, amministratore delegato di Paolo Castelli Spa, azienda attiva nel settore del general contracting e del design, che gestisce grandi e piccoli progetti chiavi in mano in tutto il mondo, realizzando ristrutturazioni, rinnovamenti e forniture di arredi su misura per biblioteche, aeroporti, hotel, musei, residenze private, auditorium, uffici e settore navale. Con sede a Ozzano dell’Emilia, in provincia di Bologna, il gruppo ha 50 dipendenti e fattura 20 milioni di euro.
LA BOTTEGA CHE HA COSTRUITO PADIGLIONE ITALIA
Un’azienda che nasce come un’ebanisteria artigianale nel 1887 e che tra i principali progetti annovet la biblioteca Manica Lunga della Fondazione Giorgio Cini Onlus di Venezia, il Parc Hotel Bilià e Grand Hotel Bilià di Saint Vincent, Le Gallerie d’Italia di Milano, oltre agli interni del Padiglione Italia a EXPO 2015, l’Hotel Mandarin Oriental di Milano, l’allestimento degli interni delle tre stazioni funiviarie di Nuove Funivie Monte Bianco.
E proprio in Gran Bretagna ha oggi uno dei maggiori mercati di riferimento per le sue attività. L’effetto Brexit è stato pesantissimo, anche se nulla di fatto è ancora successo sul piano pratico: ma nel business, si sa, il sentiment e la fiducia sono le cose che fanno la differenza.
RETE DI NEGOZI E REAL ESTATE INGLESI IN BILICO
“Il partner con cui era già stato concluso l’accordo per l’apertura di uno showroom a Londra – racconta Castelli – ha rimandato l’investimento per attendere l’esito della votazione e, con tutta probabilità, disattenderà l’intesa raggiunta. Il danno, per la nostra azienda, è evidente e ci costringe a un intervento diretto, forte, senza il supporto di partner locali. Un altro importante progetto di Real Estate rischia di subire una frenata: il cliente è molto preoccupato per la svalutazione della sterlina rispetto all’euro e io stesso temo che possa non riuscire ad accollarsi tutti i costi finali legati alla commessa”. Il progetto è nel dettaglio per la fornitura di arredi a un albergo a Londra, ma tutto ciò che Castelli ha nella City rischia di subire un danno o, nella migliore delle ipotesi, un rallentamento. “Il cliente principale con cui abbiamo una trattativa aperta – spiega l’ad – ha con noi un contratto in euro e un contratto di leasing in sterline per l’acquisto degli immobili di lusso che compra e ristruttura per rivendere a prezzi più sostenuti. Naturalmente se la sterlina non si assesta, per effetto del cambio sfavorevole e del mercato immobiliare che si attende in calo, dovrà sborsare qualcosa come 6-700mila euro in più”, spiega Castelli che a Londra sta conducendo anche una ricerca per poter distribuire arredamenti nel settore luxury e a quello serviva lo showroom: “avevamo quasi stretto un accordo con grande distributore inglese che si era impegnato a fare negozi con nostro marchio, mi ha chiamato un mese fa per dirmi che voleva aspettare l’esito del referendum”.
SI GUARDA AVANTI A IRAN E CINA
E se il Regno Unito si allontana, meglio forse guardare oltre. “Stiamo chiudendo due grosse operazioni con due società iraniane e a settembre, se tutto va come deve, un deal veramente enorme sul mercato cinese per la distribuzione dei nostri arredi. Ma attenzione davvero perché Brexit ha effetto che non si limitano alla sola Gran Bretagna o all’Europa, sposta davvero tutti gli equilibri del mondo”.