Anche Berlino riordina le carte per la campagna elettorale. Per la cancelliera tedesca Angela Merkel si tratterà della terza corsa, e per le elezioni del settembre del 2013 chiederà il proseguimento dell’attuale coalizione di governo tra il suo partito (Cdu), quello conservatore bavarese (Csu) e i Liberali (Fdp).
Secondo uno studio di Deutsche Bank, Merkel beneficia di una economia tedesca solida e della sua autorità nella politica europea, che si riflettono in un’alta popolarità. Ma la sua coalizione di centro-destra non se la passa così bene nei sondaggi, e la stessa Merkel combatte quindi per la sopravvivenza. Poca, però, la distanza tra gli schieramenti sulle politiche europee. Ecco di seguito le principali considerazioni “politiche” degli economisti del maggior gruppo creditizio teutonico.
Le possibilità di riconferma per Merkel
La leader tedesca ha molte opzioni per restare al potere, secondo gli analisi della Deutsche Bank. Probabilmente sarà in grado di andare avanti con i liberali e di costruire una coalizione con i socialdemocratici o accettare i Verdi come partito di minoranza. Dopo il cambiamento di strategia sulla politica energetica con “Energiewende”, l’energia nucleare non rappresenta più un blocco problematico in un’eventuale coalizione.
Le prospettive per i socialdemocratici
Peer Steinbrück, il candidato socialdemocratico, ha invece solo una strada e mezza per andare al potere: una vittoria piena dell’Spd e dei Verdi o una coalizione con Verdi e Liberali.
Le conseguenze del voto per Bruxelles
La politica europea della Germania difficilmente cambierà, a prescindere da quale sarà lo schieramento vincente. Merkel e Steinbrück si scontrano infatti sulla trasparenza nei costi o sullo stile ma non sulla sostanza. Solo mosse limitate verso unione bancaria, fiscale e verso una maggiore integrazione economica saranno possibili. La Corte costituzionale e l’opinione pubblica continueranno infatti a tenere in scacco queste politiche.
I temi chiave della campagna elettorale
Molti osservatori, specialmente quelli stranieri, si aspettano che la politica europea e il destino dell’integrazione diventeranno un tema chiave della campagna elettorale. L’argomento è infatti controverso tra l’opinione pubblica e nella classe politica. Il dibattito, nota il report dei primi giorni di gennaio 2013 scritto dall’ufficio studi della Deutsche Bank, riguarda il bilanciamento tra solidarietà fiscale ed estensione della condizionalità, il ruolo della Bce nella gestione della crisi dell’euro e altri passi per l’integrazione politica. I partiti vivranno un periodo duro giocando la carta europea e presentando posizioni sia coerenti che distintive ai rispettivi elettorati. Diversamente dalle differenze sostanziali dei partiti sul fisco, sulle politiche sociali e sul lavoro, il loro posizionamento nel quadro europeo è infatti meno distintivo (tranne quello della Sinistra).
I temi delle tasse e della distribuzione della ricchezza, sebbene avranno un ruolo modesto nella campagna elettorale, dimostreranno le differenze politiche che segnano i campi.
La questione fiscale che agita i partiti anche in Germania
L’Spd e i Verdi preferiscono un carico fiscale maggiore per i più abbienti e per le società insieme a una spesa maggiore sull’educazione, infrastrutture e ambiente. Il Cdu/Csu preferisce tagli alle tasse e un modesto incremento nella spesa sociale.
Steinbrück e i Verdi saranno schietti e diretti su una regolamentazione bancaria più severa e una separazione del settore bancario d’investimento da quello commerciale. Merkel e la sua coalizione hanno tenuto un basso profilo su questo punto finora ma le banche rimarranno sotto esame.