“una volta la lingua era crudele con le infermità umane: c’erano orbi e loschi, sordi e sordastri, mutoli, monchi, cionchi, zoppi e arrancati e sciancati. ma una volta era l’anima a contare; e con il corpo che Dio, o il destino, o la natura ci aveva dato, si giocava senza barare. oggi che è il corpo a contare, e le infermità terrorizzano, ci sono solo espressioni rispettose, litotiche o neutre” (patrizia valduga, “italiani, imparate l’italiano!”, edizioni d’if – foglio.it) .
Quando la lingua era crudele con le infermità era l’anima a contare
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