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Fca, ecco perché Marchionne vende Magneti Marelli a Samsung

Sergio Marchionne, Fca

Non è difficile spiegare l’entusiasmo con cui le Borse hanno accolto la notizia delle trattative tra Fiat Chrysler e Samsung Electronics su Magneti Marelli.

  • Il prezzo, innanzitutto, dimostra che Sergio Marchionne non ha perso la grinta del venditore. L’operazione, da chiudere entro l’anno per registrare la plusvalenza nei conti 2016, avverrà sulla base dei 3 miliardi di dollari (2,8 miliardi di euro), poco meno del doppio delle stime degli analisti.
  • La vendita consentirà in pratica di dimezzare l’indebitamento del gruppo (stimato oggi attorno ai 5 miliardi a fin anno) e così avvicinare l’ultimo obiettivo impossibile della gestione Marchionne: una posizione di cassa positiva attorno ai 4 miliardi entro il 2019. Il ceo, scottato dalno di Gm, si è convinto che solo così Fca riuscirà a trovare un partner adeguato alle giuste condizioni.
  • Il 2019, salvo cambio sempre possibile dei programmi, sarà l’anno in cui Marchionne dovrebbe cedere il bastone del comando. Ma l’asse con John Philip Elkann per ora continua a produrre buoni frutti: a condurre le trattative dalla parte dei coreani è Lee Jae Yong, 48 anni, numero due del gruppo, nipote del leader carismatico del colosso coreano, in ottimi rapporti con l’erede dell’Avvocato. Dal 2012 il tycoon coreano ha fatto infatti parte del consiglio di amministrazione di Exor.
  • Dal punto di vista strategico l’operazione promette grossi sviluppi. Samsung, al pari di Apple, cerca di emanciparsi dalla dipendenza assoluta dal settore degli smartphone entrando in altri campo, a partire dall’automotive. Lo scorso dicembre Samsung Electronics ha creato un gruppo di lavoro su componenti auto, infotainment e guida autonoma proprio i settori (assieme alle centraline elettriche) in cui già opera la società italiana. A giugno, poi, la filiale di Shanghai del colosso coreano ha investito 451 milioni di dollari nella cinese Byd, attiva nell’auto elettrica.
  • Dopo l’eventuale cessione Magneti Marelli continuerà ad occuparsi dello sviluppo dei sistemi di connessione, centrali elettriche, infotainment e telematica di Ferrari e Maserati, garantendo un asse tecnologico rilevante. Anche perché Samsung dispone di una cassa di 70 miliardi di dollari.
  • Dopo l’accordo con Google per sviluppare l’auto senza guidatore, il Lingotto mette a segno un nuovo importante accordo con un colosso della tecnologia deciso a partecipare alla grande sfida dell’auto del futuro. Senza sacrificare risorse necessarie per gli altri investimenti.
  • La vendita di Marelli, attesa da tempo, arriva al termine di un lungo lavoro: l’azienda, che fattura oltre il 50% fuori dal sistema Fiat Chrysler, si presenta all’appuntamento dopo i forti progressi in termini di ricavi (7,5 miliardi di euro stimati per il 2016 contro 6 miliardi del 2013), che di guadagno (l’ebit margin stimato al 5% a fine anno da 2,8% del 2013).

Infine, dal punto di vista psicologico, l’azienda mette a segno un punto importante, limitando i danni della congiuntura: rallentano per tutti le vendite sul mercato americano; il Brasile è in piena recessione; anche l’Europa rallentano. E, come si è visto alla presentazione dei conti trimestrali (accompagnata da un brusco tonfo del titolo, Fiat Chrysler resta (assieme a Marchionne) nel mirino di molti protagonisti del mercato, scettici sul fatto che il gruppo possa reggere alla durissima competizione imposta da regole, tecnologia e dalla concorrenza. Ma ancora una volta superSergio potrebbe aver messo a tacere la concorrenza.

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