Costruita nel sedicesimo secolo, ma con fondamenta che risalgono agli antichi romani, Villa Taverna prima di essere Ambasciata, ospitò sia nobili italiani sia un seminario gesuita. Entrando nelle stanze della Villa, possiamo scoprire anche la storia dei legami tra i due Paesi, collegati da sempre da interessi, per lo più inizialmente commerciali, non a caso molti ambasciatori furono uomini d’affari e avvocati.
E così veniamo a conoscenza che è solo nel 1920 che prende il nome dal conte Ludovico Taverna, e che in precedenza era conosciuta come Vigna La Pariolina perché sorgeva sui Monti Parioli, in un ricongiungimento di acque del Tevere e dell’Aniene, che ha donato alle prestigiose terre che la circondano molta fertilità, nonché un mondo sotterraneo formato da gallerie scavate nel tufo.
E se c’è un mondo nascosto, ancor più curato è il giardino che circonda la residenza, nel quale l’attuale ambasciatore David Thorne ha voluto creare un orto biologico che potesse dare frutti per il consumo della Villa. Inoltre, sono molte le opere d’arte che custodisce, tanto da essere l’unica sede diplomatica americana ad avere un conservatore del patrimonio artistico a tempo pieno, in quanto i lavori necessitano di continua manutenzione.
Il libro ripercorre anche le testimonianze fotografiche dei passaggi in Villa di capi di Stato, come Clinton, Bush padre e figlio e Tony Blair che, in visita per il funerale del Papa Giovanni Paolo II, erano ospiti dell’ambasciatore di allora Mel Sembler. E poi Mario Monti e Giorgio Napolitano che hanno incontrato l’ambasciatore David Thorne. Per non dimenticare Giovanni Falcone che stringe la mano all’ambasciatore Peter Secchia e Audrey Hepburn e Meryl Streep fotografate in epoche diverse sempre ospiti di Villa Taverna.
Celebrando una delle residenze più belle di Roma, questa pubblicazione, con i testi di Ingrid Rowland sia in inglese che in italiano, ha l’intenzione di aprire le porte di un luogo simbolo del profondo legame che nel tempo si è stretto tra l’Italia e gli Stati Uniti.