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Burkini vietato in Francia? Sento il cattivo odore dello Stato etico

Rispondendo a un suo lettore, Ruggero Pupo, il mio amico Giuliano Cazzola lo sfida a trovare nel mondo civilizzato una norma costituzionale composta di 454 parole (Formiche.net di oggi). In realtà, basta sfogliare la Grundgesetz tedesca per trovarne anche di più “cicciottelle”. Ad esempio, al Titolo VII (“Legislazione federale”) e al Titolo VIII (“Attuazione delle leggi federali e amministrazione federale”). In particolare, gli articoli 77-78-79, dedicati allo svolgimento del processo legislativo, ricordano molto i nostri decreti “Milleproroghe”. Se la Germania è stata governata meglio dell’Italia, forse dipende anche dalla qualità delle sue regole, non dalla quantità del lessico costituzionale.

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Roma, primo secolo a.C.: i ceti patrizi più conservatori non esitarono a favorire, in nome delle virtù repubblicane, il passaggio al Principato. Paradossalmente, tale passaggio avvenne senza un mutamento dell’assetto istituzionale in vigore. Quando il 24 agosto 410 Alarico invase Roma e ne fece sacco, i senatori si fecero trovare tutti riuniti nell’antica sede del Senato, immobili e alteri nel disprezzo del barbaro. Alarico entrò e tirò la barba a uno di loro per accertarsi che non fosse una statua di cera.

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Sul Foglio di sabato scorso Umberto Minopoli, con argomenti non privi di una certo fascino intellettuale, si è schierato apertamente a favore della linea adottata da Manuel Valls sull’affaire burkini. Io, al contrario, la considero un sintomo della confusione “laicista” della presidenza Hollande, solo in parte giustificabile per lo stato di choc in cui versa la Francia dopo gli ultimi attacchi sferrati sul suo suolo dal terrorismo islamico.

Beninteso, sul divieto del velo integrale possiamo essere tutti d’accordo (anche se a Parigi non ho mai visto fermare le mogli degli sceicchi arabi che lo portano mentre fanno shopping a Saint Germain o nelle gioiellerie di rue du Mont Thabor). Ma chi decide quali sono le condizioni di esercizio della libertà delle donne musulmane? Chi decide che tutte le donne musulmane indossano il burkini perché costrette dai familiari o dal desiderio di opporsi ai valori occidentali? Il governo della République? E se solo una tra loro lo indossasse per pudore o comunque per libera scelta, come la mettiamo? Anch’io sono convinto che sia in corso uno scontro tra due culture, due civiltà e due religioni, in cui l’islam fondamentalista (quello oggi vincente) vuole distruggere il “Satana occidentale”. Non per questa ragione, tuttavia, mi sento di avallare misure che hanno il cattivo odore dello Stato etico. Una volta si multavano i bikini, ora si multano i burkini: Il primo ministro francese sarà anche molto laico, ma temo che questa volta abbia snobbato con troppa disinvoltura i principi del costituzionalismo liberale (che dovrebbero valere anche sulle spiagge).


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