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La rivelazione di questa campagna elettorale? Monti

Un ticket post-elettorale Bersani-Monti? Ora sono gli stessi piani alti del Pd a prospettare questo scenario. “Se vinciamo, dopo le elezioni chiederemo al centro e ai montiani di sostenere il governo Bersani”, ha annunciato il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, all’indomani della direzione nazionale che ha definito le liste elettorali. Ma sarà davvero così? “E’ quasi inevitabile – spiega in una conversazione con Formiche.net Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing – nelle migliori delle ipotesi, con un exploit anche nelle regioni chiave Sicilia e Lombardia, il centro sinistra non riuscirà a raggiungere più di 160 seggi al Senato. Ricordiamoci che la maggioranza numerica è di 158. La coalizione di Bersani avrà bisogno quindi di allearsi con Monti”.

Ma prima dei patti post-voto, bisogna vivere e raccontare la corsa che il voto lo precede. Così dopo la fotografia del vicedirettore di Europa e curatore del blog Nomfup Filippo Sensi, ecco quella del sondaggista: “In questa campagna elettorale i politici come sempre cambiano pelle, stanno dando il loro meglio, si dimostrano più ‘friendly’ e simpatici – commenta – se lo fossero anche dopo il voto, dimostrandosi vicini ai propri elettori, la loro credibilità non sarebbe ai minimi storici com’è oggi”.

La sorpresa Monti

In questo quadro, la vera sorpresa, secondo Noto, è Mario Monti: “E’ più apprezzabile il Monti politico che il Monti tecnico. Durante il suo anno di governo si è barricato a livello comunicativo, ora fa il contrario, sta mettendo in atto una campagna massiccia utilizzando sapientemente un mix di canali e privilegiando il rapporto diretto con i cittadini. Se si fosse comportato così anche durante i suoi mesi a Palazzo Chigi, il consenso sarebbe maggiore del 16% a cui si attesta ora. Pur in un momento innegabile di crisi, un presidente del Consiglio che si fosse dimostrato accanto ai suoi cittadini, avrebbe avuto meno detrattori. Non sarebbe cambiata la sostanza ma la percezione ed è questo in politica che conta”.

Gli altri contendenti

Grillo? Si è silenziato da solo. Bersani? Attendista. Berlusconi? Un film già visto. Fotografa così gli altri contendenti in campo l’esperto di comunicazione politica. Per Noto, “il leader del Movimento Cinque Stelle ha fatto più campagna elettorale in Sicilia che per il voto del 24-25 febbraio, mi sembra poco attivo e per conquistare consensi la base è una campagna che si fondi sull’emozione. Per questo nei sondaggi, è passato dal 19% degli scorsi mesi allo scarso 13% attuale, secondo le nostre rilevazioni. Il segretario del Partito Democratico, un po’ spiazzato dalla presenza di Monti, ha scelto una strategia attendista, non fa molto ma c’è, diciamo mentre Berlusconi oggi sta perdendo l’elemento di forza che lo aveva caratterizzato nei passati appuntamenti elettorali e cioè l’imprevedibilità. Ora appare scontato sia nei temi che tratta, la monotematicità sull’Imu per esempio, sia nel modo di comunicare. Avrebbe avuto bisogno di un restyling”.



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