Commissione e Parlamento il 9 settembre hanno deciso di agire per migliorare l’equilibrio vita/lavoro di tutti i cittadini, uomini e donne: una leva in grado di migliorare notevolmente l’attuale disuguaglianza di genere. Ecco alcuni dati di contesto che raccontano la situazione, oggi. In tutta Europa il tasso di natalità è sensibilmente diminuito negli ultimi decenni. Gli studi dell’ultimo decennio sollevano molti dubbi riguardo l’effettiva efficacia di un più lungo orario di lavoro in termini di aumento della produttività. La perdita di PIL nel mercato del lavoro europeo attribuibile al gender gap è stimata al 10%.
La disuguaglianza sul mercato del lavoro ha conseguenze che durano (e peggiorano) nel tempo: il gender pension gap (39%) è più del doppio del gender pay gap (16%)! I congedi legati a motivi familiari sono ancora motivo di forte discriminazione per uomini e donne, nonostante il quadro normativo esistente a livello europeo. Solo il 1 0% dei padri usa almeno un giorno di congedo di paternità . Il 97% delle donne usa il congedo parentale disponibile per entrambi i genitori.
Solo 11 Stati membri hanno raggiunto il primo degli “obiettivi di Barcellona” (2002, servizi di cura per l’infanzia accessibili al 90% dei bambini tra i tre anni e l’inizio dell’obbligo scolastico), mentre solo 10 Stati membri hanno raggiunto il secondo obiettivo (servizi di cura per l’infanzia accessibili al 33% dei bambini di età inferiore ai 3 anni).
3,3 milioni di cittadini europei tra i 15 e i 34 anni hanno dovuto rinunciare al lavoro a tempo pieno per mancanza di servizi di cura per i propri figli o altri parenti a carico. Anche nel campo dei servizi, gli investitori e le aziende del settore dovranno rispettare le normative europee ed essere sottoposti allo stesso numero di controlli.
Il rapporto di iniziativa del Parlamento
Il Parlamento europeo ha deciso di redigere una relazione d’iniziativa per portare maggiore attenzione al dibattito e per richiedere alla Commissione di intensificare il suo lavoro in questo campo. Soprattutto, questa relazione è una reazione alla “roadmap” e alla relativa consultazione pubblica lanciate dalla Commissione nel 2015, dal titolo ‘Un nuovo inizio per fronteggiare le sfide del work-life balance affrontato da famiglie di lavoratori’.
L’obiettivo di questa iniziativa della Commissione è quello di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso la modernizzazione e l’adeguamento del quadro giuridico politico dell’UE al mercato del lavoro di oggi, per consentire ai genitori con bambini e/o altri parenti a carico un migliore equilibrio tra famiglia, lavoro e vita privata, sostenere una maggiore condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne, e rafforzare la parità di genere nel mercato del lavoro.
Work-life balance: è tempo di agire
Lo scopo di questa relazione – e delle politiche di conciliazione vita privata-vita lavorativa in generale – è non solo la promozione della parità di genere nel mercato del lavoro e in altre sfere della società, ma anche dare ai bambini la possibilità di raggiungere il loro pieno potenziale, fornendo loro un’istruzione di alta qualità e servizi di cura per la prima infanzia, accesso ad attività ricreative, culturali e sportive e, soprattutto, tempo con i loro genitori.
Flessibilità : il rapporto specifica che per conciliare lavoro, vita privata e familiare non esiste una soluzione ‘one-size-fits-all’, e il giusto equilibrio deve essere trovato per ogni persona, al fine di soddisfare le loro esigenze personali e familiari. Azioni proposte: Adeguati regimi di congedo condivisi La mancanza di sistemi di congedi retribuiti per i padri, o l’inadeguatezza degli incentivi per usarli, aumenta la disuguaglianza di genere nella condivisione del lavoro di cura della famiglia tra donne e uomini. Poiché le donne sono le principali utilizzatrici dei congedi legati a motivi familiari, la loro posizione nel mercato del lavoro è indebolita per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro, il salario e l’avanzamento di carriera.
Allo stesso tempo, gli uomini non sono supportati o motivati a prendere del tempo da trascorrere con la propria famiglia. Per far fronte a questo, la relazione invita la Commissione a: »presentare una proposta di revisione della direttiva sul congedo di maternità, che attualmente risale al 1992, adottata nell’ambito di competenza dell’Unione europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro. La direttiva in vigore prevede 14 settimane di congedo di maternità retribuito e la protezione contro il licenziamento. La revisione dovrebbe mirare a prolungare il congedo di maternità retribuito con modalità diversificate di retribuzione, per consentire il soddisfacimento di specifiche esigenze e tradizioni diverse nei diversi Stati membri.
I punti salienti»presentare una direttiva sul congedo di paternità, per garantire che gli uomini assumano la loro parte di responsabilità familiari, prevedendo un congedo minimo obbligatorio, retribuito e non trasferibile, per i padri; »presentare una relazione sull’attuazione della direttiva su l congedo parentale, »proporre una direttiva sui congedi per i “carers”, per consentire ai lavoratori di prendersi cura di persone a carico. Inoltre la relazione chiede: “di adoperarsi per cambiare gli stereotipi sui ruoli di genere; di adottare misure per ridurre il di vario retributivo di genere; che vi sia piena disponibilità di strumenti di flessibilità organizzativa del lavoro (vigilando che essi non siano un obbligo per nessuno), come telelavoro, smartworking, orari flessibili e part-time”.
Infine, la relazione sottolinea che le condizioni favorevoli per l’equilibrio vita-lavoro nel mercato del lavoro e una soddisfacente qualità di vita possono essere raggiunti solo se le persone hanno abbastanza tempo fuori del lavoro per lo sviluppo personale, per esempio attraverso l’istruzione e la formazione, e per il tempo libero. La Commissione dovrebbe pertanto intensificare le sue azioni nei confronti degli Stati membri che non applicano correttamente la direttiva sull’orario di lavoro. Inoltre, gli Stati membri sono incoraggiati a mettere in atto misure di sostegno ai congedi per scopi di istruzione e formazione e ai “carrier breaks”.
Parlamento Europeo- Bruxelles, 9 settembre 2016