Un tuffo nella Sardegna fra tradizioni popolari, cibo tipico, musica e balli, senso dell’accoglienza e gioia di vivere. Questi i principali elementi della festa organizzata dall’associazione culturale Rabel, con il patrocinio del Comune di Radicondoli, Sabato 1 Ottobre 2016, a Radicondoli, un piccolo Comune della provincia di Siena affacciato sul territorio pisano della Val di Cecina, per celebrare i cinquant’anni della comunità sarda in Toscana.
Una comunità nata dall’emigrazione negli anni sessanta di due famiglie, Carai e Sanna, da Orune, in provincia di Nuoro. Il distacco, come ogni partenza, è stato sofferto e doloroso, anche perché in un primo momento diverse persone hanno dovuto abbandonare le famiglie e i figli piccoli alla ricerca di un futuro migliore per tutti.
Poi le famiglie si sono riunite e l’insediamento nella nostra regione si è completato divenendo un esempio di buona integrazione. Questi fatti sono stati raccontati dal Presidente del gruppo di ballo, Silvestra Pittalis, che ha creato un profilo Facebook (“Ammentos de Orune“) per riunire virtualmente, e non solo, tutti gli orunesi nel mondo, con foto, filmati, ricordi del centro della Barbagia rimasto nel cuore di tutti loro.
Dopo un ricco buffet con pane carasau, pecorino sardo, spezzatino con carne di pecora e olive e, fra i vari dolci, i gueffus o sospiri, le famose palline di pasta di mandorla cosparsi di zucchero e avvolti come caramelle nella carta colorata, si sono esibiti a Belforte (una frazione di Radicondoli) i “Santa Lulla”, un noto gruppo folcroristico di canto a tenore e di ballo di Orune.
Il canto a tenore è un canto corale sardo di grande importanza nella storia delle tradizioni popolari e nel 2005 è stato inserito dall’Unesco fra i “Patrimoni orali e immateriali dell’Umanità”.