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Uragano Matthew, che cosa è successo ad Haiti

«This is not over». Non è ancora finita, l’uragano Matthew non perde potenza e continua a flagellare la costa nord-orientale della Florida, lasciando dietro di sé morte e distruzione.

LA SITUAZIONE AD HAITI

Le vittime nell’isola di Haiti sarebbero 842, lo riferisce Fox News citando le autorità locali. Un numero, questo, che fa impallidire le autorità americane e che è salito vertiginosamente a causa dell’isolamento di alcune zone del paese, che sono state raggiunte dai soccorsi con molto ritardo.

Secondo le stime di Save the Children sarebbero «130.000 i bambini vulnerabili attualmente fuori da scuola a causa degli effetti catastrofici dell’uragano». Molti edifici scolastici sostenuti dalla onlus sono stati danneggiati, mentre molti sono utilizzati come rifugi temporanei per le popolazioni colpite. Si registrano gravi devastazioni a case ed edifici, molte strade sono bloccate e le coltivazioni decimate. Le famiglie che hanno perso le loro abitazioni, stanno cercando riparo nei 1.300 rifugi temporanei che sono stati attivati in tutto il Paese.

La Croce Rossa di Haiti sta coordinando gli sforzi in contatto con le autorità anche per stabilire la piena portata dei danni provocati dall’uragano.

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FLORIDA E GEORGIA: LE ZONE IN STATO DI EMERGENZA

Il pericolo di un impatto diretto è stato scongiurato solo per il sud della Florida: Matthew resta pericoloso per le coste del sudovest degli Stati Uniti. Nelle scorse ore è stato dichiarato lo stato di emergenza sia in Georgia che in Florida, dove 1 milione di persone sono senza elettricità e 22mila sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni.

LE PRIME VITTIME IN FLORIDA

Intanto si registrano le prime vittime anche in Florida. Si tratta di due donne: una è stata travolta dalla caduta di un albero nella contea di Volusia mentre usciva di casa per portare da mangiare ai suoi cani, un’altra nella contea di St. Lucie aveva subito un arresto cardiaco e i servizi di emergenza non sono riusciti a raggiungerla in tempo.

IL PERCORSO DI MATTHEW

L’uragano si trova, attualmente, a poco più di 70 chilometri a largo di Daytona Beach, a meno di 400 chilometri a nord di Miami, con venti superiori ai 100 chilometri orari.

Il National Hurrican Center prevede che Matthew continuerà a procedere parallelamente alle coste della Georgia, per raggiungere nella giornata di oggi prima il South Carolina e successivamente il North Carolina. Dovrebbe poi ripiegare e tornare a largo nell’Atlantico la mattina di domenica. 3,1 milioni di persone sono state evacuate nelle zone a rischio.

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IL RICHIAMO ALLA MASSIMA ALLERTA

Il governatore Rick Scott invita alla massima allerta perché l’uragano può ancora colpire direttamente e il rischio inondazioni è forte. Matthew, pur scendendo da categoria 4 a 3, mantiene una velocità di circa 210 chilometri orari e i meteorologi continuano a considerarlo “molto pericoloso”.

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Barack Obama, che ha riunito alla casa Bianca una squadra di esperti tra cui il presidente dell’Agenzia federale per le situazioni d’urgenza (Fema), Craig Fugate, ha dichiarato: «Voglio solo sottolineare a tutti che questo è ancora un uragano molto pericoloso, e che c’è la possibilità di mareggiate, perdita di vite e gravi danni alle proprietà. La gente deve continuare a seguire le istruzioni dei funzionari locali nelle prossime 48, 72 ore». Obama aveva scritto in precedenza su Twitter: «È un pericolo serio. Ascoltate le autorità locali, preparatevi, prendetevi cura uno dell’altro».

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IL MONITORAGGIO DI NASA E NOAA

Per monitorare il percorso e i movimenti dell’uragano, la Nasa e la Noaa (l’Agenzia americana per l’atmosfera e gli oceani), hanno schierato i satelliti e un drone per raccogliere informazioni. Nelle ultime immagini raccolte si è notato che l’uragano ha sviluppato dei cerchi concentrici di precipitazioni. «Quando ciò accade c’è una transizione da un piccolo ‘cuore’ estremamente intenso di venti ad un campo d’azione dei venti più diffuso, ma meno intenso», spiega Scott Braun, metereologo del Goddard Space Flight Center della Nasa nel Maryland.

«Nel caso di Matthew – continua Braun – la velocità dei venti si è ridotta da 225 a 193 chilometri orari e l’uragano declassato dalla categoria 4 a 3». Sempre la Nasa fa sapere che il Kennedy Space Center nei pressi di Cape Canaveral è stato lievemente danneggiato dall’uragano.

L’URAGANO PIÙ COSTOSO DELLA STORIA USA

Morte, distruzione e danni pesantissimi. Matthew potrebbe rivelarsi, infatti, tra gli uragani più costosi della storia degli Stati Uniti. Secondo quanto riferisce la CNN, allo stato attuale, sarebbero a rischio circa 200mila abitazioni. Se l’uragano passasse a categoria 1, la stima per riparare i danni o ricostruirle ammonterebbe a 43 miliardi di dollari. Se invece restasse categoria 3 – rappresentando un pericolo per altre 300mila case – i costi aggiuntivi lieviterebbero di altri 60 miliardi di dollari, superando così in totale i cento miliardi di dollari.

Senza contare che – secondo quanto dichiarato da altre fonti di stampa americane – per le assicurazioni sarebbe un vero e proprio salasso con perdite che oscillerebbero tra i 25 ed i 30 miliardi di dollari.


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