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Assicurazioni Generali, Unipol e Allianz. Come stanno le compagnie secondo PwC

generali, assicurazioni

Un mercato a elevato potenziale. Parliamo delle assicurazioni italiane nel confronto europeo: secondo PwC le ragioni per prevedere una crescita esponenziale sono diverse. A partire dal basso premio pro-capite sia nel ramo vita, pari a 1.800 euro sia nel non-vita, dove il premio medio è di 500 euro. Numeri che potrebbero crescere se gli italiani investissero in questo settore parte del loro tasso di risparmio storicamente elevato (pari al 10,5% nel 2014, secondo PwC) rispetto a un tasso di penetrazione nel non-vita storicamente basso (2% nel 2014).

CINQUE PUNTI DI FORZA

A sostenere il mercato italiano ci sono almeno cinque punti di forza: le condizioni macro che migliorano, la forte posizione di capitale degli assicuratori domestici (con un ratio 2015 pari a 2,3 volte le richieste di Solvency, secondo i dati Ania. Poi c’è una forte richiesta di prodotti vita multilinea che assorbono minor capitale rispetto i prodotti di risparmio con ritorno minimo garantito e un forte appeal per gli investitori esteri che negli anni recenti hanno fatto diverse acquisizioni nei segmenti vita e non vita. Le prospettive sono interessanti anche per il ramo non vita dove diverse innovazioni tecnologiche come le scatole nere in auto e l’assistenza domestica via demotica possono ridurre i costi eccessivi delle polizze.

… E CINQUE SFIDE

Non vanno sottovalutate le sfide: PwC ne evidenzia cinque. La prima è il calo dei premi per responsabilità civile che anche nel 2016 segneranno, secondo Ania, un calo del 4,5%.
Anche il Vita dopo diversi anni di crescita potrebbe segnare un calo per via della volatilità del mercato e il declino conseguente nelle unit clinker, stimato a -35% per Ania. I bassi tassi di interesse pongono sfide alle compagnie del vita, sopratutto quelle legate a prodotti di investimento tradizionali con ritorno minimo garantito. Gli aggregator online in Europa stanno diventando sempre più importanti, soprattutto nel settore moto: in Italia invece dove la quota di mercato è appena del 2%. Infine, la tassazione media sui premi, pari al 26% è più elevata rispetto al benchmark europeo, al 19%.

PRIMI IN EUROPA NEL VITA

Ma, confronto ai peer europei, l’Italia gode di un primato da difendere: nel 2014 è stata la prima in termini di incremento delle assicurazioni Vita, in termini di percentuale del premi sul Pil. Che nel 2014 è ammontata al 6,8%, contro il 6% della Francia, il 3,2% della Germania, il 2,4% dell’Olanda e il 2,35 della Spagna.
Olanda e Spagna hanno invece segnato un trend discendente rispetto all’anno precedente, principalmente dovuto al decremento dei volumi nel Vita, mentre il trend negativo della Germania è correlato a una maggior crescita del Pil. Un trend negativo nella penetrazione dei premi non-Vita è comune tra i principali Paesi europei. Nell’ultimo anno di rilevazione, Olanda e Italia hanno mostrato la peggior performance: rispettivamente da 8,9% a 8,1% e da 2,2% a 2%.

CHI VENDE LE POLIZZE IN EUROPA

I mercati di Italia, Francia e Spagna restano dominati dai canali di distribuzione tradizionali, come la bancassicurazione. La rete è il modello di distribuzione principale in Germania con i broker che invece giocano un ruolo prominente in Regno Unito e Olanda.
In Italia, la rete di agenti raccoglie l’83% dei premi non-vita. Solo il modello distributivo tedesco è paragonabile a quello italiano con gli agenti che rappresentano il 59% dei premi sottoscritti. La sottoscrizione diretta è il canale principale di vendita in Olanda, mentre in Francia il 68% dei premi totali è equamente distribuito tra agenti e sottoscrizioni dirette.

RACCOLTA PREMI ITALIANI ON TOP

L’Italia si piazza nella top-six europea delle compagnie con la maggiore raccolta premi pro-capite: 654 milioni di euro per compagnia, grazie a un mercato domestico molto concentrato con 219 compagnie nel 2014. Dall’altro lato della barricata, il Regno Unito è il mercato più diluito con 1282 società che condividono circa 236 miliardi di premi lordi, 192 milioni per società.

COME è INVESTITO IL PORTAFOGLIO

Cambia la composizione del portafoglio delle assicurazioni europee: in particolare, quello in real estate e prestiti è diminuito tra il 2008 e il 2013, a favore di bond e fondi comuni, passati rispettivamente da 40,7% al 42,7% e dal 22,7% al 23,4% nel periodo di analisi. La Germania con una crescita del cagr di portafoglio (tasso di crescita annuale composito) del 6,7% dal 2010 al 2014 è prima in questo ambito: il suo portarfolgio di investimenti ammonta a 1,83 trilioni di euro, seguita a stretto giro dall’Olanda e dalla Francia, mentre l’Italia, staccata dalla top 3, conta 0,63 trilioni di investimenti.


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