“Si parlerà di crisi, tensioni, guerre e difficoltà, ma ci sarà anche un’agenda positiva, sulle opportunità nel dialogo interreligioso, nelle risorse culturali e nel business, fra turismo e commercio”. Lo ha detto il ministro ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, presentando ieri alla Farnesina la seconda edizione di Forum Med – Mediterranean Dialogues, che quest’anno si propone di dar vita a una rete di riflessioni strategiche di cui Roma sarà il punto di incontro. Il titolo di quest’anno parla chiaro: “Beyond turmoil, a positive agenda”, Oltre il caos, un’agenda positiva. La tre giorni organizzata dal Ministero degli Affari esteri e da Ispi, dal 1 al 3 dicembre, sarà “una piattaforma del ruolo dell’Italia verso il 2017, anno ricco di eventi che coinvolgeranno il paese”, ha spiegato il ministro: “la presidenza del G7, l’anniversario dei Trattati di Roma a fine marzo, la partecipazione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a partire dal primo gennaio, la presidenza del Processo di Berlino per il dialogo con i paesi dei Balcani occidentali e la presidenza dell’Osce con Germania e Austria”.
Si tratta di un insieme di conferenze che tratteranno temi legati a economia, sicurezza, migrazioni, società civile, media. “Le innovazioni di quest’anno sono una maggiore ampiezza e un’ulteriore profondità nei dialoghi. Ci saranno nove iniziative collaterali gestite da organizzazioni esterne, ma legate a Med e infine un momento di proposte elaborate dai maggiori pensatoi europei”, ha spiegato Paolo Magri, vicepresidente esecutivo e direttore Ispi.
“L’attualità sarà protagonista, ci saranno panel e incontri bilaterali sull’evoluzione internazionale, su come cambierà la politica estera, la politica degli Stati Uniti, il ruolo della Russia. È una stagione caratterizzata da crisi ingarbugliate, Libia Siria, Yemen, la sconfitta di Daesh sul terreno il prossimo anno, con quali conseguenze. Si parlerà anche di immigrazione e di energia, due campi che saranno oggetto di approfondimenti specifici settoriali. Ci saranno anche molti imprenditori, che parteciperanno ai panel e agli incontri bilaterali”.
Incontri come questo sono sempre occasioni per incontri a margine ma, sottolinea il ministro, “non ci saranno conferenze diplomatiche, qui siamo nella produzione di idee. A latere, su temi caldi come Siria, Libia e Yemen, ci sarà occasione per incontri e verifiche. Verremo ricevuti dal presidente della Repubblica nella prima serata, avremo quindi occasioni per confrontarci, a parte quelle ufficiali”.
Med sarà una piattaforma per la politica estera italiana per tessere la trama di un possibile nuovo ordine della regione mediterranea, spiega Gentiloni, “servirà una tendenza a riconnettere le relazioni fra diversi attori, costruire percorsi di confidence building, di riconoscimento dei diritti elementari, che possa delineare le premesse di un nuovo ordine in quest’area”.
Non sarà presente nessun esponente del nuovo governo americano, anche se la discussione sarà certamente influenzata molto dagli sviluppi della politica Usa: “Trump non ha ancora deciso il transition team, quindi un coinvolgimento diplomatico sarebbe stato impossibile. Sembra che la nuova amministrazione creerà un clima di distensione con la Russia, di cui l’Italia sarebbe soddisfatta” ha detto il ministro, che continua ad auspicare una tregua in Siria: “Ad Aleppo è in corso una catastrofe umanitaria, i tentativi di fare una tregua non si sono verificati, ma la presenza nei prossimi giorni a Roma dell’inviato Onu Staffan de Mistura, del segretario di Stato Usa John Kerry, del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, dell’iraniano Mohammad Zarif e di altre importanti personalità può servire a far aprire spiragli. In Libia stiamo accompagnando il governo con misure economiche e sanitarie e siamo impegnati a costruire ponti fra il governo che sosteniamo e le forze che non lo sostengono”.
Saranno presenti anche il primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, l’Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza Ue Federica Mogherini, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il ministro degli Esteri sudanese Ibrahim Ghandour, il segretario agli Esteri britannico Boris Johnson, il segretario di Stato Usa John Kerry, il primo ministro albanese Edi Rama, Ibrahim Abdul-Kareem Hamza Al-Eshaiker Al Jaafari, ministro degli Affari esteri iracheno, Mohammed Al-Thani, ministro degli Affari esteri del Qatar, l’Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi.