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Torino vittima del No a tutto. Senza pianificazione urbana

Perché mai Chiara Appendino ha deciso di far uscire il Comune di Torino dall’Osservatorio sulla TAV? E di farlo, giustappunto, due giorni prima del voto sul referendum costituzionale?
Se il rinnovo del contratto degli statali è considerato una mossa politica del governo per ingraziarsi il Si al referendum, la scelta del Sindaco di Torino va certamente nella direzione di ingraziarsi il popolo dei No a tutto.
Chiara Appendino, volto presentabile del M5S, non ha né la lingua di pezza di Di Battista, né l’aria da bru bru di Di Maio con la sua aria da subsegretario di subgoverno con la carpetta sempre sotto il braccio. E per questo è lo strumento più potente della propaganda grillina.
In sei mesi l’Appendino ha fatto solo spoils system. Tra i vari enti che ha chiuso ci sono: Torino Strategica e l’Urban Center.
E dire che Torino è stata l’unica città italiana che, dagli anni 90 fino a qualche settimana fa, ha sempre investito nella pianificazione strategica. Provando a immaginarsi. Siamo sicuri che il popolare NO a tutto, la così di moda trasparenza grillina e una pianificazione day by day dichiarata dall’Appendino siano la giusta via per garantire una prospettiva di sviluppo a una città mitteleuropea come Torino?


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