“La vostra presenza qui oggi è un segno di speranza, perché dimostra che voi riconoscete i problemi che ci stanno di fronte e la necessità di agire con decisione”. Così questa mattina Papa Francesco, in udienza nella sala Clementina, si è rivolto agli imprenditori e ai leader del mondo accademico, dei media e del no-profit, che hanno partecipato, ieri e oggi, al Fortune/Time Global Forum.
Richard Branson, fondatore di Virgin Group, Ginni Rometty, presidente e ceo di Ibm, il cardinale Peter Turkson, il columnist del New York Times e premio Pulitzer Nicholas Kristof, il ceo di Save the Children, David Miliband e il presidente emerito dell’università di Harvard e già ministro del Tesoro degli Stati Uniti Lawrence Summers, sono solo alcuni dei leader intervenuti nella due giorni, che ha riunito una selezione dei ceo della classifica “Fortune 500” e delle 100 persone più influenti secondo Time.
“Il tema da voi scelto, La sfida del 21esimo secolo: creare un nuovo patto sociale, è davvero opportuno”, ha detto il pontefice, auspicando poi proposte pragmatiche per una società più inclusiva: “Quanto ora si richiede non è un nuovo accordo sociale in astratto, ma idee concrete e un’azione efficace, che andrà a vantaggio di tutti e inizierà a rispondere alle pressanti questioni dei nostri giorni”.
Bergoglio ha poi esortato a una “conversione istituzionale e personale, che questa strategia di rinnovamento e speranza richiede, un cambiamento del cuore che conferisce il primato alle più profonde espressioni della nostra comune umanità, delle nostre culture, delle nostre convinzioni religiose e delle nostre tradizioni”. Francesco ha rivolto quindi “un grazie speciale” ai leader del mondo imprenditoriale presenti in sala per quanto stanno facendo “per promuovere la centralità e la dignità della persona umana all’interno delle istituzioni e dei modelli economici, e per attirare l’attenzione sulla piaga dei poveri e dei rifugiati, che sono così spesso dimenticati dalla società”.
L’obiettivo non è stato semplicemente discutere dei problemi globali, “ma anche individuare misure specifiche per risolverli”, hanno sottolineato nella lettera indirizzata al Santo Padre, i direttori di Fortune e di Time, rispettivamente Alan Murray e Nancy Gibbs. “I massimi dirigenti aziendali qui riuniti guidano società che danno lavoro a oltre 4,7 milioni di persone, a cui si aggiungono milioni di altre persone che fanno capo alle rispettive catene di approvvigionamento”, e sono stati ispirati “dal Suo appello appassionato alla ricerca di soluzioni durature per sollevare l’uomo dalla povertà, come pure dalla consapevolezza che i due grandi movimenti di questo ultimo mezzo secolo, la globalizzazione e la digitalizzazione, hanno contribuito a una crescita senza precedenti e aiutato miliardi di persone a uscire dalla propria condizione di povertà, benché ciò non sia stato privo di ripercussioni”.
Dagli incontri fra i partecipanti sono emerse oltre 20 proposte concrete, presentate al pontefice durante l’udienza, che riguardano l’inclusione finanziaria (per esempio duplicare in cinque anni il volume dei finanziamenti con capitale di rischio a persone e imprese non serviti in modo sufficiente), l’ambiente (supportare l’Accordo di Parigi sul clima e puntare a un innalzamento del prezzo del carbonio), le nuove tecnologie (consentire l’accesso universale alla banda larga) e la rimozione degli ostacoli all’accesso a cure sanitarie, all’istruzione, alle risorse alimentari e idriche.