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Scuola paritaria, vi racconto la più grave ingiustizia dal 1948 ad oggi

Carissimi lettori del Blog,

condivido con voi questo testo del quale non riportiamo il mittente non solo per la privacy, ma anche perchè centinaia di famiglie si ritrovano nella stessa situazione.

“Mia figlia frequenta la prima elementare in una scuola paritaria; ha un problema di linguaggio. La mia speranza è di potere dare un aiuto in più se non dovesse farcela da sola, ma con tutta onestà non posso permettermi di pagare un insegnante a parte. Leggevo che c’è una legge del marzo del 2000 dove si dice che le paritarie possono chiedere il sostegno senza così gravare sulle famiglie, per questo le chiedevo se era fattibile, ma pazienza una soluzione se ci sarà, la dovrò trovare. Grazie per la risposta celere! È sempre bello sentirsi ascoltati”

Carissima,

mi addolora molto quanto Lei scrive e, mi creda, avverto tutto il “dramma” di una famiglia che non solo non può scegliere come e dove educare i propri figli, ma se questi bambini sono cosi “speciali” come sua figlia il dramma è maggiore, poiché si scontra con una legge 62/2000, ma ancora prima con l’art. 26 c. 3  della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo – e quindi del bambino -: “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta di istruzione da impartire ai loro figli.”; si scontra con gli artt. 2,4,30,33 della nostra Costituzione, con leggi come la 104 e così via, che parlano di integrazione, di pari opportunità… Ma – ahimè – la realtà italiana, detta con la lucidità di un medico che ti dice la verità su una malattia perché solo così potrai vincerla o meglio morire con dignità, è la seguente:

In Italia, la più grave eccezione in Europa (addirittura 47^ al mondo; nella laicissima Francia si sceglie), la famiglia, dopo aver pagato le tasse, se “sceglie” per suo figlio, sua figlia, una Buona Scuola Pubblica Statale -che fa parte del Servizio Nazionale di Istruzione – apparentemente non paga nulla, ma l’allievo costa ben 8.000 euro di tasse dei cittadini; se “sceglie” una Buona Scuola Pubblica Paritaria – che pure fa parte del Servizio Nazionale di Istruzione – paga due volte con le tasse prima, con la retta poi. Cioè: solo chi ha i soldi sceglie.

Allora che scelta è? Un falso … non c’è scelta. Lei può scegliere come e dove curarsi in un ospedale pubblico gestito dallo Stato o dai privati accreditati senza differenza di spesa… ma non può scegliere come e dove educare suo figlio, sua figlia.

Tornando al caso della Sua dolcissima bambina, Lei avrebbe e ha il diritto di pretendere che la scuola paritaria paghi il sostegno per Sua figlia, consapevole però che la scuola paritaria non ce la fa, dovendo pagare docenti, utenze e ricevendo dallo Stato solo 404 euro pro allievo. Un assurdo? Ma è la realtà.

– Cosa esiste in Regione Lombardia (altrove no e non sappiamo per quanto):

1) un contributo per alunni certificati ai sensi della legge 104, come immagino sia per sua figlia, di euro 3.000 annui

2) ore certificate dall’Ufficio scolastico Regione Lombardia di euro 500 annui che sono quanto la legge 62/2000 ha destinato. Perchè in realtà questa legge dice che il sistema scolastico nazionale di istruzione è composto da scuole paritarie e statali, ma non risolve il problema di chi non ha i soldi per scegliere.

3) 1.000 euro promessi dalla legge di stabilità ma ancora non pervenuti.

Infine ci sono le fantastiche detrazioni sulla retta pari a 76 euro annui, che forse diverranno di 121 euro dal 2018.

Il resto a chi tocca? Alla scuola, alla famiglia, alle altre famiglie?

So bene che è una analisi corretta ma estremamente dura da “digerire”, e che evidenzia l’offesa dello Stato alla dignità  umana, ma Lei mi pare una persona che nella vita ha saputo fare i conti con la realtà.

Pertanto penserei che sarebbe costruttivo se Lei, in tutta sincerità, come ha scritto a me parlasse con la preside della sua scuola, rappresentandole la sua situazione economica (che mi pare più che naturale e logica per altro di questi tempi) e si giungesse ad un accordo. Io stessa in qualità di presidente Fidae Lombardia mi faccio sin da subito parte attiva per aiutare Lei e la scuola.

Sa, nella vita penso sia utile avere due obiettivi:  1°) di breve e medio periodo: aiutare Lei, Sua figlia e la scuola e 2°) di lungo periodo quello cioè di combattere questa buona battaglia che resta silente, come certi pericolosissimi tumori, e di conseguenza irrisolta.

Allo scopo, le segnalo uno degli ultimi articoli pubblicati, poiché si resta certi, nella vita, che “è meglio morire una volta ma a testa alta, perché chi abbassa la testa muore ogni volta” (Giovanni Falcone). Parole di un uomo che ha dato la vita per combattere la mafia.

Nell’articolo, se vorrà leggerlo, trova numeri e proposta per sanare quella che definisco la più grave ingiustizia dal 1948 ad oggi, che attraversa i decenni, la storia, la famiglia, i docenti e la scuola… con il più assoluto silenzio sulla realtà.


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